Bruxelles – Alla Banca centrale europea sono preoccupati per le politiche degli Stati Uniti, e non solo quelle monetarie. Lo ha detto oggi il presidente della Bce Mario Draghi, in conferenza stampa a Francoforte al termine del Consiglio direttivo dell’Istituto.
“Diversi membri” del Consiglio hanno espresso preoccupazione, ha riferito Draghi, precisando che “andava oltre il semplice tasso di cambio e riguardava lo stato generale delle relazioni internazionali in questo momento. Se ciò dovesse portare a una stretta di politica monetaria ingiustificata e che non è giustificata, allora dovremmo ripensare alla nostra strategia”.
Draghi si riferiva alle ultime affermazioni del segretario al Tesoro Stephen Mnuchin su cambi e protezionismo (“Noi siamo aperti al business”… ma il “protezionismo è essenziale”). Il presidente della Bce ha insistito sul fatto che “parte della recente volatilità” sui cambi è stata provocata da un “linguaggio che non riflette le condizioni su cui siamo d’accordo”, che sono quelle del vertice di ottobre 2017 del Fondo Monetario Internazionale in cui veniva stabilito l’impegno “a non attuare svalutazioni competitive e a non fissare tassi di cambio per aumentare la competitività”.