Bruxelles – Il Parlamento europeo apre la strada alla possibilità di avere liste transnazionali per le prossime elezioni europee. La commissione Affari costituzionali dell’Aula di Bruxelles ha approvato con 21 voti a favore, quattro contrari e nessuna astensione, la redistribuzione dei seggi dell’Eurocamera dopo la Brexit.
Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione si pone il problema di cosa fare dei 73 seggi che verranno lasciati vuoti dai britannici. I deputati hanno deciso che 27 saranno divisi tra 14 altri Paesi membri, tra cui l’Italia che ne guadagnerà tre (qui la lista completa della redistribuzione), mentre 46 verranno tenuti di riserva nel caso in cui si approvi la riforma che permetterà di introdurre le liste transnazionali. La commissione ha stabilito che questi seggi siano poi assegnati a una futura circoscrizione elettorale Ue, uno per ciascuno dei 27 Stati membri, con i restanti 16 posti da conservare per futuri allargamenti.
“Dare ai cittadini europei l’opportunità di eleggere candidati che li rappresentano oltre la loro affiliazione nazionale è il modo migliore per sostenere il sentimento di appartenere a una comunità di destini e di andare oltre la rappresentazione degli interessi nazionali nel Paese a beneficio di un interesse europeo generale”, ha dichiarato per il gruppo dei Verdi Pascal Durand. Ma a esultare è soprattutto l’Italia che sulla proposta delle liste transnazionali sta facendo una battaglia da tempo. “È un primo e importante passo verso un processo che raddoppierà il potere di scelta dei cittadini europei e porterà più democrazia nell’Unione europea: per avere veri movimenti e partiti politici europei, i cittadini devono votarli direttamente”, ha dichiarato il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi rivendicando che si tratta di una “nostra proposta avanzata nel 2016, rilanciata con forza nell’aprile scorso e poi ripresa dal presidente francese Macron, dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, dal Pse e da altri leader europei”. Per Gozi questa riforma “porterà più chiarezza e democrazia”, nonché “maggiore democrazia europea e maggiori poteri di scelta per i cittadini”.
Per Monica Frassoni, co-presidente del partito Verde europeo “si tratta di un importante passo in avanti per la democrazia europea, poiché siamo convinti che una delle questioni più significative a proposito della legittimità del processo di integrazione europea sia la predominanza di logiche, poteri e considerazioni nazionali all’interno del dibattito europeo”. Secondo Frassoni, “il fatto di avere Eurodeputati che, per essere eletti, dipendono da una circoscrizione europea, rafforza il potere stesso del Parlamento europeo e la sua legittimità nel processo europeo in qualità di rappresentante degli interessi e delle opinioni dei cittadini europei, a prescindere dalla nazionalità di ognuno”.
La riforma sarà votata dal Parlamento in Aula nella sessione Plenaria del prossimo mese, poi dovrà essere esaminata dai capi di Stato e di governo che dovranno approvarla con un voto in cui però sarà necessaria l’unanimità. A quel punto il testo tornerà al Parlamento per una approvazione finale con un voto senza possibilità di emendamenti.