Bruxelles – Dopo la Francia anche l’Italia si sta preparando a fare la guerra all’obsolescenza programmata. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha avviato un’indagine contro due colossi della telefonia, Apple e Samsung, per pratiche commerciali scorrette. Ispezioni e perquisizioni dei Nuclei speciali dell’Antitrust della Guardia di finanza e del Nucleo speciale frodi tecnologiche sono state autorizzate nelle sedi italiane di entrambe le multinazionali.
I due giganti delle telecomunicazioni, sono accusati di aver immesso sul mercato dei prodotti ‘programmati’ per smettere di funzionare dopo un preciso periodo di tempo. In questo modo i consumatori sono invogliati (o quasi obbligati) ad acquistare il modello successivo, che più che innovativo, non presenta i ‘difetti’ del precedente, ma ne possiede altri, dando vita ad una continua ‘spinta all’acquisto’ . Questo sistema di fidelizzazione del cliente, denominato ‘obsolescenza programmata’ è stato condannato anche dal Parlamento europeo.
L’Agcm ha puntato il dito in particolare contro gli aggiornamenti software degli smartphone, oggetto di segnalazione da innumerevoli consumatori. Con l’aggiornamento automatico, infatti, i telefonini inspiegabilmente rallentano. Il rallentamento potrebbe essere dunque indotto violando gli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo, questa l’accusa.
Samsung, che a differenza di Apple è oggetto di indagine solo in Italia, ha risposto con un comunicato rivendicando di essere nel giusto: “Noi non forniamo aggiornamenti software per penalizzare le prestazioni dei dispositivi e collaboreremo con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana per chiarire i fatti”.