Bruxelles – I palestinesi chiedono all’Europa di riconoscere la Palestina quale Stato. Una richiesta avanzata dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) in persona. Mahmoud Abbas, conosciuto come Abu Mazen, è giunto a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Ue, veri e soli responsabili di un riconoscimento internazionale. La Commissione europea sarebbe disposta a compiere il passo, ma devono essere prima di tutto i governi a muoversi in questa direzione. Il leader dell’Anp lo sa bene, e non a caso è volato nella capitale dell’Ue nel giorno in cui i Ventotto capi diplomazia si riuniscono tutti insieme. “Consideriamo l’Ue un partner ed un amico vero, e invitiamo gli Stati membri a riconoscere rapidamente lo stato di Palestina”, le parole di Abbas. L’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Federica Mogherini conferma “il l fermo impegno dell’Unione europea per la soluzione dei due Stati, con Gerusalemme capitale di entrambi, lo stato di Israele e lo stato di Palestina”.
Mogherini usa l’espressione ‘stato di Palestina’, che sottolinea un riconoscimento implicito a livello politico di una delle due parti in causa nel conflitto arabo-israeliano. Parole non nuove, perché da sempre la Commissione europea considera la soluzione a due Stati come la sola possibile per il Medio Oriente. Ciò che è nuovo appare la politica sposata dall’amministrazione americana. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riconosciuto Gerusalemme quale capitale dello stato ebraico e ha deciso di spostare lì l’ambasciata statunitense, scatenando l’ira del mondo arabo. L’assenza di riferimenti ai palestinesi è stato oggetti di critiche della comunità internazionale tutta. Se Israele sembra contare sull’America di Trump, l’Anp gioca la carta europea, convinta che possa produrre effetti.
“Riteniamo che l’Ue debba svolgere anche un ruolo politico nel processo per raggiungere un una soluzione sulla base dei termini riconosciuti a livello internazionale”, sottolinea Mahmoud Abbas. Da qui la richiesta di un riconoscimento sulla scena internazionale. Ma al di là delle dichiarazioni di rito i palestinesi rischiano di incagliarsi nelle divisioni europee. Mogherini assicura che “non è tempo per disimpegni” nella costruzione della pace in Medio Oriente, ma a oggi solo la Svezia ha riconosciuto la Palestina, cosa che ha chiesto di fare anche il Parlamento europeo a tutti i Paesi membri, e non è chiaro quante altre capitali dell’Ue potrebbero fare altrettanto. La questione divide l’Ue, ma Abbas cerca di mettere in qualche modo Israele sotto pressione con iniziative politico-diplomatiche a livello internazionale. Trova le sponde di Mogherini, secondo la quale “non c’è nessuna contraddizione” tra il riconoscimento palestinese e la ripresa dei negoziati di pace. Ma contraddizioni permangono nelle politiche dei membri dell’Ue.
L’Ue starebbe immaginando una soluzione in grado di superare le divisioni che ancora la animano sulla questione arabo-israeliana. Si sta pensando alla possibilità di “avviare negoziati per un accordo di associazione” con la Palestina. Si tratta cooperazione in campo economico-commerciale che l’Ue instaura con altri Stati, e la stipula di un simile accordo con l’Anp significherebbe un riconoscimento implicito. Non è stato oggetto di dibattito dei ministri con Abbas, sottolinea Mogherini, ma l’ipotesi è sul tavolo e “nelle prossime settimane” i ministri dei Ventotto vedranno di stabilire se andare avanti o meno con questa opzione.