Bruxelles – “Basta con la vendita alle dittature di strumenti di sorveglianza realizzati in Europa”. A dirlo è Klaus Buchner, europarlamentare tedesco del gruppo Verde. L’Europarlamento oggi ha votato con il 90% dei favorevoli una risoluzione che permette ad uno Stato membro di esportare un certo tipo di apparecchiature per lo spionaggio (dispositivi per intercettare telefoni cellulari, violare computer, bypassare password o identificare utenti di internet, utilizzati per spiare oppositori politici e attivisti in tutto il mondo) soltanto dietro il consenso della maggioranza degli altri Paesi Ue.
“Abbiamo voluto mandare un segnale al Consiglio europeo molto forte – commenta Buchner-Non abbiamo intenzione di vendere prodotti all’estero affinché siano usati per la violazione dei diritti umani”.
Sono molte le misure contenute nel testo approvato dall’aula di Strasburgo. La risoluzione prevede una protezione più completa della privacy e della libertà di riunione, inserendo nella legge criteri e definizioni chiare. Si prevede l’obbligo per gli esportatori di prodotti che non sono elencati nella nuova legge, ma che potrebbero essere utilizzati per violare i diritti umani, di assicurarsi che le loro merci non cadano in mani sbagliate, rispettando le linee guida dell’Ocse in merito.
“I dittatori spiano i loro cittadini utilizzando la sorveglianza informatica prodotta nell’Ue – ha ribadito Buchner – Ciò deve finire. L’Ue non può contribuire alle sofferenze degli attivisti coraggiosi, che spesso rischiano la vita per la libertà e la democrazia”. Buchner ha specificato che Il commercio “dovrebbe promuovere la sicurezza, la stabilità e i diritti umani nel mondo” e pertanto, gli europarlamentari sono “determinati a colmare le pericolose lacune nel controllo delle esportazioni di beni a duplice uso e invitiamo gli Stati membri a fare altrettanto”.
È stata inserita anche la richiesta alla Commissione europea di pubblicare, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, delle linee guida per le imprese dell’Ue. La risoluzione contiene la possibilità di recepire rapidamente le nuove tecnologie nella legislazione. È stata inclusa la creazione di condizioni di parità tra gli Stati membri, ad esempio grazie all’introduzione di sanzioni analoghe in caso di violazioni, o rendendo più trasparenti le decisioni delle autorità nazionali in materia di controllo delle esportazioni. In ultimo, il testo votato dagli europarlamentari comprende l’eliminazione delle tecnologie di cifratura dall’elenco dei prodotti di cyber-monitoraggio, in quanto essenziali per l’autodifesa degli attivisti dei diritti umani.