Bruxelles – Il fatto che il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, faccia parte del Gruppo dei 30 potrebbe creare di conflitti di interesse e per questo sarebbe meglio se, almeno per il resto del suo mandato, sospendesse la sua partecipazione all’associazione. Lo chiede il mediatore europeo, Emily O’Reilly, al termine di un’indagine durata un anno. Il G30 è un gruppo privato con sede a Washington i cui membri sono governatori delle banche centrali, banchieri del settore privato e accademici. L’iscrizione è solo su invito e tra i suoi membri vi sono rappresentanti di banche vigilate, direttamente o indirettamente, dalla Bce. Da qui il possibile conflitto di interessi.
Nella raccomandazione il mediatore europeo, che ha il compito di indagare sulle denunce relative a casi di cattiva amministrazione nelle istituzioni, nelle agenzie e negli organi dell’Ue, chiede anche che i tutti i futuri presidenti della Bce non diventino membri del G30.
“La Bce prende decisioni che riguardano direttamente la vita di milioni di cittadini”, si legge nella raccomandazione del Difensore civico. “All’indomani della crisi finanziaria e in considerazione dei poteri aggiuntivi conferiti alla Bce negli ultimi anni per controllare le banche degli Stati membri nell’interesse pubblico, è importante dimostrare che esiste una netta separazione tra la Bce come supervisore e il settore finanziario che è influenzato dalle sue decisioni”.
Secondo il mediatore la Bce “può naturalmente interagire con il G30, come con qualsiasi altro stakeholder, al fine di migliorare la definizione delle politiche ascoltando un’ampia gamma di punti di vista”, ma “queste interazioni dovrebbero essere più trasparenti possibile e non basate sull’appartenenza, il che, con quella relazione implicita più stretta, mina i passaggi di trasparenza molto positivi che la Bce ha compiuto negli ultimi anni”.
“L’indipendenza della Bce è a rischio se Mario Draghi continua a essere un membro permanente di forum non trasparenti con i leader del mondo della finanzia mondiale”, ha attaccato al nome del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo Sven Giegold. Secondo l’eurodeputato la Bce “deve prendere sul serio le critiche alla mancanza di trasparenza e ai conflitti di interesse da parte delle autorità dell’Ue” e per questo “le critiche del Mediatore meritano una risposta rapida”. La Bce, ha chiesto ancora Giegold, “dovrebbe migliorare le proprie regole per garantire una maggiore trasparenza e integrità, piuttosto che attendere il prossimo schiaffo in faccia”.