Bruxelles – Con la sempre maggiore diffusione delle tecnologie digitali e dei social media le fake news “si diffondono ad un ritmo inquietante, e minacciano la reputazione dei media, il benessere delle nostre democrazie e i nostri valori democratici”. Nel lanciare la task force dell’Unione europea per contrastare questa minaccia, la commissaria Mariya Gabriel ha parlato della necessità di uno “sforzo collettivo”.
Il gruppo di esperti di alto livello, che dovrebbe elaborare una strategia entro la fine del mese di aprile, sarà composto da 39 membri provenienti da diversi settori del mondo della comunicazione, da esperti di social media e delle piattaforme di media online, da membri dell’organizzazioni della società civile, ma anche giornalisti e accademici provenienti dalla maggioranza degli Stati membri dell’Ue. Nel gruppo ci saranno anche quattro italiani: la dirigente di Mediaset Gina Nieri, il vicedirettore del Corriere della sera Federico Fubini, l’ex direttore del Tg1 Gianni Riotta, e il docente dell’università Bocconi Oreste Pollicino.
“Uno dei primi compiti sarà dare una definizione di fake news”, ha spiegato la presidentessa del gruppo, la professoressa Madeleine de Cock Buning, docente dell’università di Utrecht specializzata in Proprietà intellettuale, secondo cui “dobbiamo bilanciare la libertà di informazione con il diritto di avere una informazione pluralista e basata sul fact checking”, e questo “è un duro compito”.
“Le tecnologie digitali hanno profondamente modificato il mondo in cui i cittadini accendono all’informazione” e hanno “un’enorme potenziale per aumentare il pluralismo dei media”, ha affermato ancora Gabriel. Ma queste tecnologie devono essere usate bene perché “i cittadini hanno bisogno di informazioni credibili per fare scelte informate”, e le fake news inquinano questo processo e bisogna agire in fretta. “Dobbiamo elaborare meccanismi per identificare le fake news e limitarne la circolazione. Se non prendiamo misure a livello europeo, il rischio è grande che la situazione si avveleni”, ha avvertito la commissaria.
Lo scorso 13 novembre è stata lanciata una consultazione pubblica destinata a concludersi il prossimo 23 febbraio, suddivisa in due questionari: uno per i cittadini e uno per i giornalisti e i legali. L’obiettivo è “raccogliere punti di vista” in merito al problema e all’efficacia delle misure volontarie già messe in atto. Il processo di consultazione sarà affiancato da un sondaggio dell’Eurobarometro per misurare la percezione e le preoccupazioni degli europei rispetto al problema.