Bruxelles – L’Italia potrebbe rappresentare uno dei prossimi problemi dell’Ue se alle elezioni di marzo dovesse affermarsi la Lega Nord, alleata in Europa con formazioni di estrema destra quali, tra le altre, il Pvv di Geert Wilders e il Front National di Marine Le Pen. Non si nasconde il capogruppo dei liberali in Parlamento Europeo (Alde), Guy Verhofstadt, preoccupato per gli orientamenti sempre più intransigenti assunti nel nostro Paese. Aprendo il seminario del suo gruppo sullo Stato di diritto, Verhofstad ha ricordato la “narrattiva contro i migranti” diffusa negli ultimi anni in Europa. “Il primo ministro ungherse, Viktor Orban, li definisce invasori musulmani”, ma il problema ancor più grande è che nella gestione del potere “i modelli seguiti da leader come questi non sono più Winston Chuchill o Konrad Adenauer, e neppure Angela Merkel, ma Vladimir Putin e Recep Tayipp Erdogan”, i presidenti di Russia e Turchia, non considerati dei paladini dei diritti fondamentali. “La mia paura – ha ammesso Verhofstadt – è che se non facciamo niente questi fenomeni si possano diffondere in altri Paesi” membri dell’Ue. “Guardate all’Austria, per esempio”, dove governano forze di estrema destra, “e forse un domani all’Italia, dove, se Matteo Salvini dovesse arrivare al potere con la Lega Nord, potrebbe accadere lo stesso”, che abbiamo visto accadere in Ungheria.
Ma non è solo questione di immigrazione. I diritti e le libertà fondamentali vengono ridotti anche in altri ambiti. C’è un vero e proprio “schema” che si ripete, ha denunciato Verhofstadt. Funziona sempre allo stesso modo. “Prima si mina l’indipendenza della magistratura, poi si mettono sotto pressione le voci critiche, e quindi si restringe il campo dei mezzi di informazione. Il terzo elemento di questo schema è il cambio di riforma della legge elettorale”. Più di un semplice fenomeno isolato. “Abbiamo un problema nell’Ue. Vediamo tra gli Stati membri violazioni dello stato di diritto e dei diritti fondamentali, vediamo un uso sbagliato del potere, restrizioni della libertà di espresione”. Di fronte a tutto questo “la domanda chiave è: possono queste violazioni essere eliminate?”. Per Verhofstadt la risposta sembra essere negativa. “Nei Trattati oggi non ci sono gli strumenti per fronteggiare tutto questo, a parte l’articolo 7” che permette di avviare le procedure per sospendere il diritto di voto di uno Stato membro, su cui però decidono i Paesi membri. I liberali hanno chiesto quindi “nuovi meccanismi” per contrastare questo deterioramento dei sistemi democratici. Ne va del futuro dell’Europa. L’Italia potrebbe essere il prossimo banco di prova già tra pochi mesi.