Bruxelles – C’è già una maggioranza di Stati membri pronta a dare il via libera alla prima fase della procedura prevista dall’articolo 7 del Trattato Ue per le violazioni allo stato di diritto che secondo Commissione e Parlamento sta compiendo il governo polacco, secondo quanto apprende l’agenzia Ansa a Bruxelles.
Domani sera sempre nella capitale dell’Unione è in programma una cena tra il presidente della Commissione Jean Claude Juncker e il premier polacco Mateusz Morawiecki, che non sarà dedicata però solo alla procedura in corso, spiega il portavoce di Juncker.
La raccomandazione della Commissione emanata lo scorso 20 dicembre invita le autorità polacche ad affrontare i problemi emersi da ben 13 leggi che violano la separazione tra il potere legislativo, esecutivo e giudiziario, entro tre mesi e “ad informare la Commissione delle misure adottate a tal fine”. Se le autorità polacche attueranno le azioni raccomandate, la Commissione è pronta, in consultazione con il Parlamento europeo e il Consiglio, a riconsiderare la sua proposta motivata.
Ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1 Tue, il Consiglio deve ascoltare la posizione della Polonia e ottenere il consenso del Parlamento europeo (sulla base dell’articolo 354 del Tfue, il Parlamento europeo delibera a maggioranza dei due terzi dei voti espressi, che rappresenta la maggioranza membri), prima di adottare una decisione a maggioranza di quattro quinti (22 su 27 membri del Consiglio hanno diritto di voto sulla base dell’articolo 354 Tfue), stabilendo che sussiste un chiaro rischio di una grave violazione della legge. Il Consiglio può inoltre rivolgere raccomandazioni alla Polonia, agendo secondo la stessa procedura di voto.
Cosa dice l’articolo 7 del Trattato
L’articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull’Unione europea prevede che il Consiglio, deliberando a maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri, stabilisca che esiste un chiaro rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori comuni di cui Articolo 2 del trattato. La Commissione può avviare questo processo con una proposta motivata.
Andando oltre nelle sanzioni, dopo le misure previste dal paragrafo 1, l’articolo offre gli strumenti che possono portare a togliere il diritto di voto dei rappresentanti polacchi nel Consiglio dei Ministri Ue. Per attivare questa seconda fase è però necessaria l’unanimità degli atri 27 Stati. Che non ci sarebbe perché il premier ungherese Viktor Orban ha già fatto sapere che voterebbe contro. Dunque i commissari per ora hanno deciso di chiedere agli Stati di mandare solo un “Avviso” a Varsavia, iniziativa che passerebbe anche solo con il voto di 22 Stati membri, in seguito alla quale il governo polacco sarebbe tenuto a dare spiegazioni entro qualche settimana, pena le sanzioni, che potrebbero arrivare, appunto, dopo una lunga procedura, alla sospensione del diritto di voto.
Lo stato di diritto è uno dei valori comuni su cui si fonda l’Unione europea. È sancito dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea. La Commissione europea, insieme al Parlamento europeo e al Consiglio, è responsabile in base ai trattati per garantire il rispetto dello Stato di diritto quale valore fondamentale dell’Unione e per garantire che la legislazione, i valori e i principi dell’Ue siano rispettati.
Secondo la Commissione “spetta alla Polonia identificare il proprio modello per il proprio sistema giudiziario, ma dovrebbe farlo in modo da rispettare lo stato di diritto; ciò lo richiede per salvaguardare l’indipendenza della magistratura, la separazione dei poteri e la certezza del diritto”.