Bruxelles – Un passaporto austriaco per gli altoatesini di lingua tedesca. Sebastian Kurz, il giovane neo primo ministro dell’Austria, scatena le polemiche da Roma a Bruxelles non smentendo la proposta di un parlamentare della sua maggioranza responsabile per i rapporti con l’Alto Adige di dare la cittadinanza austriaca ai sudtirolesi di lingua germanica. E l’Europa risponde: “È chiusa la stagione dei nazionalismi”.
Dura la reazione del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajjani, che considera l’idea “una mossa velleitaria, non una mossa distensiva”, e in un’intervista ha voluto ricordare a Kurz che “L’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi”. Tajani ha poi rassicurato chi teme nuove ribalte nazionaliste che “il programma di governo austriaco non preveda l’uscita dall’Ue, un ‘Oexit’, un referendum”. Il presidente del Pe afferma di voler parlare con Kurz faccia a faccia al più presto: “Verrà a parlare con noi in settimana a Bruxelles e ascolteremo il suo programma. L’importante è che si muova nella direzione del sostegno all’Europa”.
Il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova accusa il governo viennese su Facebook di “avere il crisma del pugno di ferro etno-nazionalista”. “Sdoganare la cittadinanza su base etnica avrebbe effetti gravissimi – avvisa Della Vedova -, ad esempio in tutti i Balcani, minando la convivenza nei Paesi, anche nell’Ue, caratterizzati dalla presenza di cittadini di molteplici culture”.
Il presidente del gruppo S&D al parlamento europeo Gianni Pittella ha ha detto che lui e i suoi parlamentari sono “profondamente preoccupati” per la formazione di un governo di estrema destra in Austria, cosa “che potrebbe avere conseguenze molto pericolose: è un salto nel buio che rischia di riportarci ai tempi più bui della nostra storia”.
L’esponente del Pd annuncia che “il gruppo S&D manterrà una vigilanza prestare attenzione a ogni singolo atto del governo austriaco che potrebbe mettere a repentaglio i nostri valori e principi europei: nulla può essere predeterminato, ma deve essere chiaro che nulla viene escluso – anche sanzioni o procedure di infrazione – se i valori chiave dell’Ue sono minacciati”.