Bruxelles – I soldi non lavano via le responabilità per l’accoglienza dei richiedenti asilo. L’Italia “apprezza” l’impegno economico mostrato dai Paesi dell’est europea (36 milioni) , ma sui migranti “le distanze restano e non cambiano”, e la contrapposizione resta sul tavolo dei leader. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, torna a chiedere “un impegno finanziario, logistico e politico da parte di tutti”, segno che l’incontro tenuto a margine del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue con i leader dei Paesi di Vysegrad (Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria) non è andato poi così bene.
Com’era lecito attendersi gli Stati dell’est mettono sul piatto risorse fresche per gestire i flussi in Africa, in particolare in Libia, lasciando all’Italia il compito di impiegare le risorse. Nella parte orientale d’Europa sono pronti a staccare gli assegni piuttosto che farsi carico dei migranti. Un’operazione che non piace affatto all’Italia, e Gentiloni lo dice in modo espliciti lasciando il mini-vertice. “Pensiamo che muri e chiusure delle frontiere siano sbagliati, e che i ricollocamenti siano il minimo sindacale”. Allo stesso tempo i partner “legittimamente” mostrano un diverso approccio, ma non è una novità. “Sappiamo bene di essere quasi all’estremo opposto sulla dimensione interna dell’immigrazione”.
“Stiamo offrendo 35 milioni di euro e siamo pronti a spendere ancora di più perché vogliamo davvero mostrare solidarietà”, ha affermato Robert Fico dopo l’incontro precisando però che “allo stesso tempo, rifiutiamo categoricamente l’idea delle quote perché crediamo che le quote non funzionino e che siano inefficaci”. Per il premier slovacco “dovremmo concentrarci su questioni in cui riteniamo di essere pronti a raggiungere un accordo” e sul ricollocamento dei rifugiati un accordo non ci sarà mai. Per Fico impegnarsi in Libia è una cosa, accettare i migranti provenienti dall’Italia un’altra. “Non dovremmo collegare questa espressione di solidarietà in Libia con le quote, la nostra posizione su questo è sempre la stessa”, ha concluso Fico.
“I paesi Visegrad sono pronti a contribuire con una considerevole somma di denaro per aiutare la difesa della frontiera esterna dell’Ue e contribuire alle azioni dell’Ue nel territorio della Libia” e “lo abbiamo fatto perché crediamo nell’unità dell’Unione europea”, ha affermato al termine del mini vertice il presidente ungherese Viktor Orban, che però non ha fatto alcun accenno alla questione delle quote.