Bruxelles – La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia Ue “per il sistematico ritardo con cui le amministrazioni pubbliche italiane effettuano i pagamenti nelle transazioni commerciali”. Secondo l’Istituzione comunitaria “la puntualità dei pagamenti è particolarmente importante per le piccole e medie imprese” che confidano in un flusso di cassa positivo “per assicurare la propria gestione finanziaria, la propria competitività e, in molti casi, la propria sopravvivenza”.
La Commissione, si legge in una nota, “pur avendo apprezzato l’impegno e gli sforzi fatti” dal governo di Roma per migliorare la situazione in “seguito all’avvio della procedura di infrazione con lettera di costituzione in mora nel giugno 2014 e il successivo invio del parere motivato nel febbraio 2017”, ha ricordato che nonostante siano passati più di tre anni dall’avvio della procedura di infrazione le amministrazioni pubbliche italiane “necessitano di circa 100 giorni per saldare le loro fatture, con picchi che possono essere nettamente superiori”.
La direttiva europea dispone che le amministrazioni pubbliche paghino le merci e i servizi acquistati entro 30 giorni o, in situazioni eccezionali, entro 60 giorni. Il diritto agli interessi di mora scatta ad ogni ritardo di pagamento, con un minimo per il risarcimento delle spese di recupero di 40 euro.