Bruxelles – Con un blitz all’ultimo secondo la premier britannica Theresa May è riuscita a strappare un accordo sulla prima fase dei negoziati Brexit. La Commissione, dopo l’ultimo giro di trattative che sono durate tuta la notte, ha affermato che sono stati compiuti “progressi sufficienti” su ciascuno dei tre temi prioritari i: diritti dei cittadini, il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord e i conti del divorzio. Ora spetta al Consiglio europeo della prossima settimana dare il via libera definitivo all’inizio dei negoziati, non solo sulla separazione come avvenuto finora, ma anche sui futuri rapporti tra Unione europea e Regno Unito. “Il negoziato è difficile, ma oggi possiamo constatare un primo passo avanti e sono soddisfatto dell’accordo equo raggiunto”, ha dichiarato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker.
May ha spiegato nel corso della conferenza stampa a Bruxelles con Juncker, dopo il loro incontro, che non ci sarà nessun confine fisico in Irlanda del Nord, specificando “manterremo l’accordo di Belfast”. Per la premier “l’accordo raggiunto è equo per il contribuente britannico e permetterà al Regno Unito in futuro di investire di più nelle sue priorità nazionali”.
Il risultato ottenuto nella notte “è un successo personale della premier britannica Theresa May”, ha riconosciuto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk che però ha avvertito: “Finora si è trattato della parte più facile del compito”.
L’accordo raggiunto soddisfa il Parlamento europeo che ha preparato una risoluzione, che sarà votata la settimana prossima in plenaria, che afferma che quanto concordato tra negoziatori Ue e Regno Unito “permetta al negoziato di muoversi alla seconda fase e raccomanda al Consiglio europeo di decidere in tal senso”. Il testo dovrebbe avere l’appoggio di tutti i principali gruppi: popolari, socialisti, liberali Alde, Sinistra Unita Gue e Verdi. Nella mozione si indica comunque che restano sospesi vari punti: l’estensione dei diritti dei cittadini ai future partner, le procedure amministrative per spostare l’onere della prova sulle autorità britanniche, il carattere vincolante delle decisioni della Corte di Giustizia Ue, la garanzia dei diritti dei cittadini britannici residenti nella Ue, gli impegni per la frontiera anglo-irlandese.
Parlando di “positivi i progressi” sull’accordo sulla Brexit ma aggiungendo che “davanti a noi abbiamo ancora una lunga strada da percorrere”, il capogruppo socialista al Parlamento europeo, Gianni Pittella e il membro socialista del gruppo di orientamento sulla Brexit, Roberto Gualtieri. “Siamo soddisfatti di essere riusciti a raggiungere un accordo sui tre principali nodi nei colloqui per il divorzio. Tuttavia, prima di dare il nostro assenso definitivo, dobbiamo vedere una loro attuazione coerente e inequivocabile nell’accordo di ritiro e una soluzione positiva sulle questioni che restano in sospeso”, affermano in una nota congiunta.
“Noi accetteremo un periodo di transizione dopo Brexit, solo se saremo soddisfatti dei risultati della seconda fase dei negoziati”, ha intimato Manfred Weber, capogruppo dei popolari al Parlamento europeo, secondo cui “l’Ue unita è più forte. Il Regno Unito da solo è in una posizione difficile. Questa è la più grande lezione da trarre dal risultato di oggi sullo stato dei negoziati”.