Bruxelles – L’Irlanda si dice soddisfatta per l’intesa sulla Brexit raggiunta da Theresa May a Bruxelles con un ultimo round di negoziati questa notte. Parla chiaro il tweet del primo ministro di Dublino Leo Varadkar: “Abbiamo ottenuto tutto ciò che aspiravamo ad ottenere”. Il premier ha spiegato in una conferenza stampa che comunque “non è la fine ma la fine dell’inizio delle trattaive”, aggiungendo che il suo Paese resterà “vigile durante la fase 2 dei negoziati, destinata a determinare la futura relazione tra Londra e Bruxelles”.
Soddisfazione a sorpresa anche per gli unionisti nordirlandesi del Dup, alleati del governo conservatore britannico di Theresa May, che lunedì avevano manifestato tutto il loro disappunto verso il primo risultato dell’accordo. “Rispetto a quel testo sono stati fatti progressi sostanziali – sostiene la leader del Dup, Arlene Fostere – Innanzitutto non c’é più il cosiddetto ‘status speciale’ per l’Irlanda del Nord invocato dai repubblicani e l’Irlanda del Nord non sarà separata costituzionalmente, politicamente, economicamente o normativamente dal resto del Regno Unito”. Soprattutto, il Dup si ritiene tranquillizzato dal fatto che non vi saranno barriere commerciali fra l’Ulster e “l’intero mercato interno” britannico.
Sebbene tutto il Regno Unito, inclusa l’Irlanda del Nord, lascerà l’unione doganale, non ci sarà nessuna frontiera da superare tra le due nazioni. Non è chiaro come sarà raggiunto un confine aperto ma, in assenza di un accordo successivo, il Regno Unito garantirà il “pieno allineamento” con le regole dell’unione doganale e del mercato unico che sostengono l’accordo del Venerdì Santo.
Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, su Twitter ha detto di essere contento delle “garanzie” ottenute, in particolare che sia “pienamente protetto l’Accordo del Venerdì santo”. Conosciuto anche come il patto di Belfast, l’accordo del Venerdì Santo, fu raggiunto il 13 aprile 1998, dopo il risultato di un referendum a cui parteciparono tutti gli abitanti dell’isola di Irlanda. L’accordo, stabilendo l’autodeterminazione dell’isola, ne cambiò completamente l’assetto politico. Mentre nell’Irlanda del Nord fu istituito un Parlamento con potere legislativo e con il compito di eleggere il primo ministro del governo regionale, l’esecutivo di Dublino, dietro la promessa che la Gran Bretagna rinunciasse per sempre ad esercitare la sua sovranità sull’isola, dichiarava di abbandonare ogni velleità di riunificare il territorio.