Roma – “Una politica di bilancio unica non la vedo né oggi, né domani, né dopodomani”. È molto pragmatico Lucio Pench, direttore ‘Fiscal policy and policy mix’ della Commissione europea, nel suo intervento alla seconda giornata di lavori di ‘How can we govern Europe?’, l’annuale appuntamento di Eunews con dibattiti sul futuro dell’Ue. Il giorno dopo la presentazione delle proposte dell’esecutivo comunitario sulla futura governance economica, il funzionario spiega che non ci sono margini per una così stretta integrazione di bilancio, né ci saranno in un futuro prossimo. Tuttavia, aggiunge, “basterebbe avere un sistema neutrale sul debito” – e cioè che ogni Paese membro “non ne accumuli” – e “avere una capacità (economica comune, ndr) di stabilizzazione” in caso di crisi e choc asimmetrici.
Il punto è che “la politica fiscale deve avere un ruolo maggiore”, indica Pench unendosi al pensiero, condiviso dagli altri relatori, che non si può attribuire alla politica monetaria un ruolo che non può avere. Il più critico su questo punto è Gianluca Codagnone, managing director di Fidentiis equities sociedad de valores Sa, secondo il quale le misure accomodanti adottate dalla Bce “servono solo a prendere tempo”, e sono “un modo per nascondere carenze delle politiche fiscali”. Secondo il manager “Solo quando le politiche accomodanti verranno rimosse” – con la fine del ‘quantitative easing’ che prevede l’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce sul mercato secondario – “saremo in grado di valutarne le conseguenze” sull’economia degli Stati di Eurolandia.
A chiedere “una maggiore integrazione europea” è anche Franco Carraro, senatore di Forza Italia e vicepresidente della commissione Finanze. Anche se rimane perplesso sull’idea di avere “una unione bancaria troppo forte”, soprattutto con “un sistema bancario sempre più distante dal potere politico”. Un fattore, quest’ultimo, che “può anche essere un vantaggio”, spiega, ma che rende “l’Ue sempre più lontana dagli Stati uniti”.
Sull’unione bancaria si sofferma anche Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, l’associazione italiana delle società per azioni. Nel suo intervento ha voluto prima lanciare un messaggio ai numerosi liceali presenti in sala, sottolineando come “le istituzioni dell’Ue potenziano i diritti dei cittadini europei, e danno loro un posto nel mondo che non avrebbero da cittadini solo italiani”. Secondo Micossi, nel completare la costruzione dell’unione bancaria “dobbiamo fare un sistema in cui le banche siano indipendenti dai debiti sovrani”. Così, conclude, avremo una situazione in cui “una banca italiana sia uguale a una tedesca, e un deposito in una banca italiana sia uguale a quello in una banca di Francoforte”.