Roma – “È ancora possibile che il prossimo Consiglio europeo”, previsto il 14 e 15 dicembre, dia il via libera alla “fase due dei negoziati” sulla Brexit. Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, intervenendo al convegno annuale di Eunews, How Can We Govern Europe, si mostra fiducioso sull’avanzamento delle trattative con il Regno unito, a dispetto del freno posto dagli unionisti nord irlandesi.
“Sui diritti dei cittadini siamo molto vicini a un accordo”, ha dichiarato l’esponente del governo. Anche sulla questione degli obblighi finanziari di Londra sono stati fatti “progressi enormi dalla scorsa estate” quando i britannici “non parlavano neppure di obbligo” e quindi “anche su questo siamo molto vicini”. Rimane la questione del confine tra Irlanda e Ulster, ma l’auspicio è che “le diversità di vedute tra Belfast e Londra possano essere appianate”, dice Gozi, in modo che si possa progredire nei negoziati passando a discutere, in parallelo ai dettagli sul divorzio, le future relazioni.
Quella della frontiera di terra irlandese “è una questione molto interna”, sottolinea il sottosegretario, avvertendo che “necessariamente non potrà essere risolta adesso” in tutti i dettagli, e dunque si tratterà di stabilire “quali punti sono sufficienti” per considerare la trattativa a un livello soddisfacente di avanzamento.
Procedere, secondo Gozi è interesse comune, perché “dobbiamo discutere in maniera serrata” non solo del divorzio ma anche della “fase di transizione”. La soluzione “migliore per tutti”, prosegue, deve essere “basata sul mercato unico e sull’unione doganale”. In altre parole, “bisogna stabilire un periodo” durante il quale “il Regno unito rimane nel mercato unico pur uscendo dalla stanza delle decisioni”. Dopo la transizione, l’esponente dell’esecutivo italiano immagina un accordo di associazione” tra Ue e Uk che mantenga “legami forti” nel campo del commercio.
Il sottosegretario ha poi colto l’occasione per rilanciare la proposta di usare i 73 seggi che il Regno unito lascerà vacanti al Parlamento europeo per un esperimento che punti a “realizzare una democrazia europea vera”. Almeno in parte, sostiene Gozi riferendo dell’accordo di “un terzo del Consiglio” sulla proposta, gli eurodeputati britannici potrebbero essere sostituiti eleggendo “anche solo una trentina” di parlamentari “in un colleggio europeo tra i candidati in liste transnazionali”.