Bruxelles – I rifugiati che arrivano in Italia devono essere accolti, ma l’accoglienza ha un “limite oggettivo” ed è “la possibilità di integrazione”. Intervenendo al dibattito “Financial Inclusion of Migrants. The experience of the Italian National Observatory”, organizzato al Parlamento europeo dal Cespi, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha affermato che l’accoglienza dei migranti “ha un limite oggettivo nelle possibilità di integrazione”, e “se non si tiene conto di questo, si è un Paese poco attento al proprio presente e al proprio futuro”. Per il titolare del Viminale “non c’è nessuna evidenza che esista un’equazione immigrazione-terrorismo”, tuttavia, ha aggiunto, “ci sono molte evidenze che c’è un rapporto tra mancata integrazione e terrorismo”.
E i terroristi in Europa potrebbero arrivare in maggior numero vista la sconfitta militare dell’Isis in Siria e Iraq, che sta causando una fuga dei foreign fighters, molti dei quali intendono tornare nei Paesi in cui sono cresciuti. “Siamo di fronte a uno scacco militare” dello Stato islamico che “presuppone la fuga, la ritirata confusa”, dei suoi combattenti e che sta causando “una diaspora di ritorno”, e l’eventualità che i combattenti “incrocino a livello individuale i flussi migratori, è una possibilità che non possiamo scartare”, ha avvertito Minniti spiegando che i foreign fighters sono affluiti in quei territori di guerra da circa “100 Paesi”.
Riguardo al fenomeno migratorio, Minniti ha sottolineato che si tratta di “un fenomeno strutturale” e che quindi “non si può gestire con una logica emergenziale, con politiche di carattere emergenziale”. L’Europa non può porsi l’obiettivo di “cancellare l’immigrazione”, perché sarebbe “non realistico”, ma deve “governare il fenomeno”.
Quella dell’integrazione finanziaria “diventa una condizione fondamentale per un’integrazione che consenta condizioni di vita dignitose sia per chi lavora come lavoratore dipendente sia per chi costruisce una sua attività” dopo essere arrivato nel nostro Paese, ha affermato nel suo intervento introduttivo il presidente del Cespi Piero Fassino secondo cui l’inclusione finanziaria è “un elemento di integrazione fondamentale per dare a ciascuno stabilità di vita dal punto di vista del reddito e delle condizioni materiali di esistenza, per far uscire appunto chi rischia di vivere in condizione di precarietà e fornirgli strumenti di inclusione che consentano a ciascuno di costruire un percorso di dignità, uno dei percorsi più importanti per realizzare una piena integrazione”.
“Per prendere di petto la questione della sicurezza e dell’immigrazione bisogna promuovere l’inclusione, anche finanziaria, dei migranti che sono già in Italia. A Bruxelles si parla solo di prima accoglienza, ma in Italia esistono delle buone pratiche e delle buone idee di inclusione e integrazione che vanno portate in Europa”, ha rivendicato nel suo intervento la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia. Per l’europarlamentare “è nostro interesse incoraggiare l’inclusione economica e la propensione al lavoro e all’imprenditoria, anche delle donne, dei nuovi cittadini perché questo significa stabilizzare la società e dare incentivi all’inclusione sociale”.