Bruxelles – Le imprese dell’Unione europea hanno iniziato a spingere più delle altre in ricerca e sviluppo. Il tasso di crescita degli investimenti europei in questi settori ha infatti superato il livello medio globale. Se le prime 2.500 aziende mondiali (di cui 567 in Europa, con 822 negli Stati Uniti, 365 in Giappone, 376 in Cina e 370 nel resto del mondo) hanno aumentato questa voce di spesa del 5,8% (741,6 miliardi) rispetto al 2016, le imprese basate nell’Unione europea hanno incrementato le risorse del 7% (192,5 miliardi), con una crescita trainata principalmente dai settori dell’Ict, della salute e dell’automobile. Questo è quanto emerge dal Quadro di valutazione degli investimenti industriali in R&S 2017, pubblicato oggi dalla Commissione europea.
“Il quadro di valutazione mostra che le imprese dell’Ue continuano a essere protagoniste importanti degli investimenti in ricerca e sviluppo e rappresentano oltre un quarto del totale mondiale”, secondo Carlos Moedas, commissario per la Ricerca, la scienza e l’innovazione. “Per essere sempre all’avanguardia nella corsa all’innovazione globale”, prosegue l’esonente della Commissione, “l’Europa deve assicurarsi che le nuove aziende si uniscano ai migliori. Questo è il motivo per cui sosterremo le migliori innovazioni attraverso il progetto pilota del Consiglio europeo per l’innovazione nell’ambito di Orizzonte 2020, il nostro programma di ricerca e innovazione”.
Per Tibor Navracsics, commissario per l’istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, e responsabile del Centro comune di ricerca, “l’Europa è di nuovo animata dall’innovazione”, e “per mantenere il vantaggio del nostro settore, dobbiamo continuare a investire e riformare i nostri sistemi educativi. Questo costituisce il fondamento dell’economia della conoscenza dell’Europa e della sua prosperità”.