Bruxelles – I leader africani ed europei, riuniti ad Abidjan per il quinto vertice tra Ue e Unione africana, hanno “discusso i terribili report dei media sul trattamento disumano dei migranti africani e dei rifugiati da parte di gruppi criminali” in Libia e “condannano nel modo più assoluto qualsiasi atto criminale”, esprimendo “la ferma determinazione a lavorare insieme per una fine immediata a queste pratiche criminali e per garantire il benessere di migranti e rifugiati”. È quanto promettono i leader in una dichiarazione congiunta sulla situazione dei migranti in Libia.
Nella nota si accolgono con favore “gli sforzi in corso del Consiglio presidenziale e del governo di accordo nazionale della Libia nell’adottare misure adeguate per far fronte a questi incidenti, con un’indagine approfondita e rapida che è stata avviata in Libia, anche per confermare la validità delle accuse dei media”. Inoltre si invita a sostenere il Paese “attraverso la cooperazione internazionale, per intraprendere azioni immediate e combattere gli autori di questi crimini, dentro e fuori” i confini libici, e “consegnarli alla giustizia”.
I leader europei e africani, prosegue la dichiarazione nella parte sui migranti, “hanno sottolineato la necessità imperativa di migliorare le condizioni dei migranti e dei rifugiati in Libia, e di intraprendere tutte le azioni necessarie per fornire loro un’assistenza adeguata e per facilitare il loro rimpatrio volontario nei loro paesi di origine oltre che soluzioni durature per rifugiati”. A tale proposito la dichiarazione sottolinea “la necessità per tutte le parti interessate libiche di facilitare l’accesso per le organizzazioni internazionali e i funzionari consolari dei paesi di origine”.
I leader hanno poi lodato il lavoro svolto dalle agenzie delle Nazioni unite, dei Paesi africani d’origine e dell’Ue, che insieme hanno permesso 13 mila rimpatri volontari assistiti nei paesi di origine di immigrati bloccati nel nord Africa. I leader si sono “impegnati a lavorare insieme a Ua, Onu, Ue, governo libico e Paesi di origine e di transito, e ad adottare i mezzi e le azioni necessari per accelerare in modo esponenziale questo lavoro”, continuando al contempo “a garantire insieme alle organizzazioni internazionali che il reinsediamento volontario sia disponibile per quanti ne hanno bisogno, sia che si tratti di paesi di origine che di Paesi terzi”.