Roma – Mantenere “l’accordo con l’Iran sul nucleare è una priorità per la sicurezza dell’Europa e della regione” mediorientale. Federica Mogherini, alta rappresentante Ue per la Politica estera e di sicurezza, è categorica nel difendere l’intesa con Teheran. Intervenendo alla terza edizione del forum Rome Med, a Roma, la vicepresidente della Commissione risponde senza indecisioni alle intenzioni del presidente statunitense Donald Trump, che vorrebbe ridiscutere l’accordo consultandosi con gli alleati: “Tutti i 28 Paesi membri hanno ha detto che è importantissimo mantenere l’accordo sul nucleare iraniano, è assolutamente fondamentale”.
Niente dialogo su eventuali correzioni dunque. Anche perché, sottolinea l’esponente italiana dell’esecutivo comunitario, “nessuna parte dell’accordo può essere cambiata” e “proporre modifiche vorrebbe dire aprire un vaso di Pandora”. Senza contare che l’intesa “funziona” come dimostrano le ispezioni dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) che “per nove volte ha certificato il rispetto” di quanto concordato da parte di Teheran.
Per Mogherini, nonostante all’epoca dei negoziati si sia “stabilito che l’accordo riguardasse solo il nucleare”, mantenerlo in piedi senza è l’unico modo per affrontare anche tutti gli altri problemi che minacciano la stabilità della regione. Metterlo in discussione “non ci consentirebbe di discutere nessun altro punto” sul tavolo della questione mediorientale, inclusa la situazione in Siria.
L’Iran, insieme con la Russia e la Turchia, è uno dei componenti del ‘terzetto di Astana’ che si è riunito nella capitale del Kazakistan proprio per favorire una soluzione della crisi siriana. “Vorrei che i tre garanti del processo di Astana dessero maggiore slancio agli sforzi che hanno condotto per ridurre il livello di violenza” in Siria, dichiara in proposito l’alta rappresentante Ue. “Chiunque possa far sì che gli attori politici siriani partecipino ai negoziati sul futuro” del Paese “è ben venuto”, aggiunge, “ma deve essere chiaro che tutte le strade portano a Ginevra”, avverte riferendosi al fatto che ogni sforzo per la pace deve essere ricondotto “sotto l’ombrello delle Nazioni unite”.
Sulla crisi siriana, spiega Mogherni, “la leva più forte che gli europei possono far valere sono i soldi”, visto che “siamo il primo donatore umanitario” a livello internazionale e che “la Siria avrà bisogno di enormi risorse finanziarie per normalizzare la situazione quando si sarà raggiunta la pace”. La soluzione deve essere “politica”, per la vicepresidente della Commissione Ue, e deve passare per il “riconoscimento delle pluralità nel contesto siriano”.