Bruxelles – Amnesty International accusa l’Unione europea e l’Unione africana di aver concordato, durate il vertice del 29 e 30 novembre in Costa D’Avorio, soluzioni disumane per i migranti. “I piani che a gran maggioranza stabiliscono come prioritario il ritorno ‘volontario’ nel loro Paese di origine di persone ora bloccate in Libia”, secondo John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa, non prevedono “un sistema efficace per valutare e soddisfare le esigenze di asilo o per offrire più posti di reinsediamento”, e per questo, “finiranno per costituire un meccanismo per una deportazione di massa, coperto da una foglia di fico umanitaria”.
“La realtà”, spiega Dalhuisen, “è che centinaia di migliaia di rifugiati e migranti si sono trovati intrappolati in Libia ed esposti a orribili abusi, a seguito della cooperazione intensa dell’Unione europea con le autorità libiche”.
È molto deluso dal vertice euro-africano il direttore dell’ufficio europeo della Ong, che parla di “due giorni di annunci mirati a mantenere la finzione della preoccupazione umanitaria”. Secondo Dalhuisen, in realtà l’obiettivo primario di Nato, Unione africana e Ue sarebbe “la chiusura della rotta del Mediterraneo centrale”.
Stando ai dati di Amnesty International, ogni minuto 20 persone sono costrette a fuggire dalle proprie case. Sarebbero state 65,6 milioni solo nel 2016. L’Ong internazionale denuncia che nonostante la gravità della situazione in atto, i paesi più ricchi continuerebbero ancora oggi a privilegiare le politiche e le misure più consone a bloccare il movimento dei rifugiati e dei migranti, spesso delegando ad altri Stati, situati nelle regioni più vicine alle aree in guerra, la responsabilità dell’accoglienza delle persone bisognose di protezione. I report della organizzazione non profit dicono che tra i primi 10 Paesi per numero di persone accolte, 9 sono nazioni dove il reddito medio è molto basso, collocate agli ultimi posti dell’indice di sviluppo umano.