Bruxelles – Erasmus+ deve diventare ancora più inclusivo, e permettere che tutti, ma proprio tutti, possano beneficiare dei programmi di mobilità per studenti e lavoratori. La Commissione europea è contenta di quanto fatto finora, ma adesso è giunto il momento di andare ancora più lontano. Dove vuole arrivare lo spiega Tibor Navracsics, il commissario responsabile per la Cultura e l’istruzione. “Erasmus+ deve permettere anche a chi vive nelle aree svantaggiate, e agli studenti svantaggiati di partecipare”. L’Ue, d’ora in avanti, dovrà “finanziare più programmi, per persone provenienti da contesti diversi”. L’impressione è che Erasmus sia ancora troppo ‘di nicchia’ e poco inclusivo. Si vuole aumentare il numero dei rappresentanti di ogni tipo di cittadini europeo, in particolare quelli provenienti da “studenti svantaggiati”, nel più ampio obiettivo di “raddoppiare il numero dei partecipanti nel 2025” rispetto ai livelli attuali.
Nel 2016 sono state circa 725mila le persone all’estero grazie ai programmi di mobilità che ricadono sotto il marchio Erasmus+. Ventunomila i progetti sostenuti dall’Ue, per 79mila organizzazioni coinvolte. “Sono numeri importanti, ma per noi Erasmus+ è molto più di numeri, è una questione di vite, di persone”, sottolinea Navracsics, già al lavoro per garantire al programma più celebre dell’Ue le risorse necessarie “per un futuro ancor più radioso”. Si dice “ottimista” circa la possibilità di non avere conseguenze negative per effetto della Brexit sul prossimo bilancio pluriennale.