Bruxelles – I giovani non devono rinunciare agli studi. Anzi. E’ la cultura la migliore risposta a un’Europa che non ha la volontà di guardare in faccia al fenomeno dell’immigrazione. Perché l’immigrazione se è un problema, è un problema culturale. “Agli studenti dico di fare il loro lavoro: studiare. Non sarà un qualcosa di rivoluzionario, ma aiuta”. Parte da qui il ragionamento di Emma Bonino già ministro degli Esteri e commissaria europea, sul modo di gestire un tema con cui l’Ue dovrà fare i conti per tanto tempo ancora. La Vrije Universiteit Brussel (Vub) le ha conferito la laurea honoris causa per gli sforzi e l’impegno nell’accoglienza di migranti, su cui gravano pregiudizi e falsità. “In questo periodo siamo ossessionati dalle ‘fake news’, ma dovremmo stare molto attenti agli stereotipi, e chi studia poi ha la forza di riconoscerli e dire ‘queste sono stupidaggini’”. Ricorda cosa è stato e mette in guardia da ciò che potrebbe essere. “Attenzione agli stereotipi verso i migranti perché si inizia con un piccolo passo di intolleranza e poi non la si può più fermare. Si inizia dai migranti, poi si passa agli omosessuali, agli ebrei: è qualcosa che abbiamo già visto”. Quindi, studenti belgi e non, “fate del vostro meglio perché non finiamo per percorrere strade che sono state già percorse nel passato”.
Anche all’Europa Bonino chiede di fare di più. “Per ora gli egoismi nazionali prevalgono” sullo spirito di solidarietà. “Non amo molto un’Europa che è così indifferente alle sofferenze”, e la questione non può essere scaricata solo su uno o due Paesi. “Dobbiamo fare uno sforzo per fare di questa questione un problema europeo: oggi tocca l’Italia e la Grecia, ma un domani potrebbe succedere nell’Europa Orientale e colpire la Germania e altri Paesi”. In questo momento, critica Bonino, “ci sono sempre più Paesi che pensano a chiudere le porte, ma il problema così non sparirà”. Il continente più ricco del mondo “non può semplicemente chiudersi e vivere per conto suo”.