Bruxelles – La politica dei rimpatri quale strumento di gestione dei flussi migratori sta dando dei risultati. I ritorni sono aumentati, c’è una maggiora rapidità nell’organizzazione di voli, e “da gennaio saremo in grado di noleggiare aerei da sola”, e questa per gli Stati membri è una buona notizia. A darla Fabrice Leggeri, il direttore generale dell’agenzia di guardia costiera e di frontiera europea (Frontex), in occasione dell’audizione in Parlamento europeo. “Abbiamo moltiplicato di cinque volte la capacità di aiutare gli Stati membri”, ricorda. A questo si aggiungono gli sforzi di identificazione e, col nuovo anno, anche una diversa gestione dei voli. Adesso, però, serve gli Stati facciano la loro parte. “Sono gli Stati i soli responsabili per le decisioni di ritorno. Sono loro che devono decidere quali e quante persone devono essere rimpatriati”.
Frontex ha già fatto molto. Leggeri snocciola i numeri dell’attività dell’agenzia di cui è responsabile. Quest’anno sono stati organizzati “oltre tremila” ritorni, sono stati 2.500 i migranti irregolare intercettati e ‘rispediti’ indietro. Solo in Grecia 650 persone sono state riportate dalle isole elleniche su territorio turco nel rispetto della dichiarazione Ue-Turchia. Lo scorso anno, invece, Frontex ha aiutato gli Stati membri dell’Ue con 10.700 ritorni, compiuti con oltre 200 voli. Grandi risultati, che però non bastano. Quella dei ritorni “è una componente” della politica di gestione migratoria. Uno sottolineatura volta a chiedere impegni su altri fronti. Gli investimenti in Africa, i ricollocamenti in Europa. “Per noi è assolutamente necessario avere un approccio complessivo. Non possiamo immaginare rimpatri senza una politica che copra tutti gli aspetti della questione migratoria”. Chi abbiamo orecchie per intendere intenda. Intanto, per facilitare i ritorni, “tutti i soggetti coinvolti devono scambiare dati in tempo reale”. Solo così, sottolinea il capo di Frontex, sarà possibile gestire al meglio il fenomeno migratorio.