Bruxelles – Il gigante petrolifero Shell dovrebbe essere indagato per presunta complicità in “crimini orribili” commessi dalle forze armate in Nigeria negli anni ’90, secondo Amnesty International. L’organizzazione umanitaria ha invitato Italia, Regno Unito e Olanda ad aprire un’inchiesta sull’operato della compagnia petrolifera che avrebbe incoraggiato e fomentato tensioni tra tribù e bande armate rivali che avrebbero portato a uccisioni e alla distruzione di villaggi nella regione dell’Ogoniland, la maggiore produttrice di petrolio del Paese. La compagnia petrolifera anglo-olandese ha affermato che le accuse sono “del tutto infondate”.
Nell’Ogoniland durante gli anni ’90 ci fu un’ondata di proteste contro l’inquinamento da petrolio e la povertà. Ciò portò a una massiccia repressione da parte del regime, allora militare, della Nigeria. Nove attivisti, tra cui lo scrittore e attivista ambientalista Ken Saro-Wiwa, furono giustiziati nel 1995, provocando indignazione in tutto il mondo. Shell Nigeria ha negato il coinvolgimento nelle esecuzioni. “Siamo rimasti scioccati e rattristati quando abbiamo ascoltato la notizia delle esecuzioni”, ha dichiarato ai media la multinazionale. Shell inoltre, sostiene di “aver fatto appello al governo nigeriano per concedere la clemenza”. E la dirigenza della compagnia petrolifera dice di essere rammaricata perché “quell’appello e gli appelli fatti da molti altri all’interno e all’esterno della Nigeria, sono andati inascoltati”.
Amnesty ha dichiarato di aver studiato migliaia di documenti interni dell’azienda e di aver analizzato diverse testimonianze che hanno evidenziato la necessità per il Regno Unito, i Paesi Bassi e l’Italia (nel 1993 le società Shell e Montedison si unirono) di avviare un’indagine sulla presunta complicità dell’impresa negli abusi dei diritti umani in Ogoniland. “Le prove che abbiamo esaminato”, racconta Audrey Gaughran, ricercatore per i diritti umani ad Amnesty, “mostrano che Shell ha ripetutamente incoraggiato l’esercito nigeriano ad affrontare le proteste della comunità, anche quando sapeva degli orrori che questo avrebbe portato come uccisioni illegali, stupri, torture e incendi di villaggi”.
Secondo Gaughran, nel bel mezzo di questa brutale repressione Shell “ha persino fornito alle forze armate supporto materiale”, compresi i trasporti, e in almeno un caso “ha pagato un comandante militare noto per le violazioni dei diritti umani”, che “non ha mai risposto” a domande sulla questione, e questo “è un oltraggio”, ha aggiunto .