Roma – “Prima ci liberiamo del vizio nazionale del piagnisteo meglio è”. Il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, bolla così le accuse piovute sul governo dopo la vicenda dell’assegnazione della sede Ema ad Amsterdam, che ha beffato Milano al sorteggio. Non ci sta, l’esponente dell’esecutivo, ad essere additato come “poco presente a Bruxelles”, né a sottoporsi al giudizio “del tutto arbitrario” sullo scarso peso dell’Italia nei consessi europei. Non digerisce questa analisi, Gozi, soprattutto se proviene anche dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, al quale il sottosegretario risponde in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.
L’esponente del Pd sottolinea l’impegno personale a Bruxelles e Strasburgo, tanto in seno al Consiglio, dove “non ho perso neanche una riunione”, quanto negli incontri con “tutti i nostri parlamentari” e, aggiunge sibillinamente, “i presidenti dei gruppi politici, incluso il popolare Weber, come il presidente Tajani sa, dato che lo incontrai quando lui voleva candidarsi come Ppe alla presidenza del Parlamento”.
Gozi derubrica le critiche ricevute a speculazioni da campagna elettorale. “Capisco che in tempi di elezioni si facile dimenticare”, dice. Quindi risponde rivendicando i “risultati misurabili” dell’azione di governo negli ultimi anni. Tra questi, il sottosegretario cita il numero pressoché dimezzato di infrazioni aperte contro l’Italia, passate da 121 a 64 negli ultimi 4 anni, e il drastico calo di procedure per aiuti di Stato, scese a 4 da 24, insieme con “la lotta alle frodi comunitarie, ridotte del 60%”.
L’effetto si vede anche a livello di “azione sistemica”, sottolinea ancora il sottosegretario riferendosi ai ruoli ricoperti da funzionari italiani all’interno delle direzioni generali della Commissione europea e nei gabinetti dei commissari, “raddoppiati dal 2014 a oggi” indica Gozi. Infine, anche la capacità di influire sulle politiche europee, secondo l’esponente dell’esecutivo ha ottenuto risultati apprezzabili. “Anche grazie a noi”, sostiene, “temi come la politica migratoria, la flessibilità di bilancio, la difesa europea, la salvaguardia dello Stato di diritto, sono entrati stabilmente nel dibattito europeo”. Quindi, basta piangersi addosso, esorta l’esponente del governo: “Se si lavora come abbiamo fatto negli ultimi anni, può anche capitare di perdere un sorteggio, ma i risultati arrivano”.