Bruxelles – Alla fine l’Unione europea è riuscita a decidere cosa fare del glifosato. Dopo mesi di votazioni andate a vuoto, gli Stati membri hanno trovato la maggioranza qualificata per un prolungamento dei permessi di utilizzo e compravendita del principio attivo contenuto nei pesticidi utilizzati per l’agricoltura. L’Europa potrà continuare a utilizzare il glifosato per altri cinque anni, fino al 2022. A cambiare la situazione è stata la Germania, fino a oggi tra il gruppo di quanti si erano sempre astenuti. I tedeschi hanno deciso di sostenere la richiesta della Commissione europea di un rinnovo quinquennale delle licenze per la sostanza. Con il “ja” tedesco sono stati raggiunti i due requisiti richiesti, il 55% dei voti degli Stati membri (la soglia era di 16 governi, hanno votato “sì” in 18), e soprattutto la rappresentazione di almeno il 65% della popolazione dell’Ue (alla fine è rappresentato il 65,7%).
L’Italia ha votato contro, assieme ad Austria, Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Lussemburgo, Malta e Ungheria. Non è bastato, e neppure l’astensione del Portogallo, l’unica, ha spostato numeri per l’esito della votazione. “Bene il voto contrario dell’Italia, che ha dimostrato nuovamente di dare priorità alla tutela delle persone, e non al fatturato di chi produce e commercia il glifosato”, il commento di Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, per la quale ad ogni modo “il voto di oggi è un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente”. Coldiretti ricorda che le politiche di precauzione dell’Italia prevedono già lo stop all’utilizzo del glifosato, e chiede adesso di fermare le importazioni di prodotti alimentari coltivati in Paesi che usano il principio attivo.
Condanne dal Parlamento europeo, che aveva più volte chiesto di non rinnovare le autorizzazioni per il glifosato. La decisioni degli Stati membri “è un crimine contro l’Europa”, secondo Eleonora Evi, eurodeputata del MoVimento 5 Stelle. Marco Affronte, dei Verdi, dipinge come “un momento molto, molto triste” quello che ha vissuto l’Ue con il voto di oggi. Un momento, critica, “in cui è evidente che la voce dei cittadini sia sempre meno ascoltata in Europa”. Per la socialista Kathleen Van Brempt, “è vergognoso che gli Stati membri abbiano fatto orecchie da mercante alla richiesta del Parlamento europeo di eliminare gradualmente il glifosato, e abbiano fatto orecchie da mercante a più di un milione di europei che hanno firmato una petizione per vietare il glifosato e proteggere le persone e l’ambiente dai pesticidi tossici”.
Coldiretti ricorda però che “in Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”.