Bruxelles – Le cose non si mettono bene, anzi probabilmente si sono messe già piuttosto male se i prossimi presidenti di turno del Consiglio Ue hanno “il sentimento” che si arriverà al peggiore scenario possibile. La Bulgaria, prossimo Paese a guidare i lavori in Consiglio Ue, sarà responsabile tra le altre cose anche a gestire il delicato dossier britannico a partire da gennaio. Dossier che, secondo il primo ministro di Sofia, Boyko Borissov, in questo momento appare su un binario morto. “Purtroppo la possibilità di non avere alcun accordo è sempre più menzionata. Non lo dico a nome dell’Ue o della nostra presidenza, ma questo è il mio sentimento”. Il capo di governo bulgaro avverte un clima fortemente negativo attorno ai negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Ue e le future relazioni, e si prepara al peggio. “Lasciamo che prevalga l’ottimismo”, è l’auspicio di Borissov preoccupato. “Se dovessi dirvi se siamo pronti per una hard Brexit, vi direi che ci sovrastimiamo. Se chiedete a qualsiasi ministro o cancelliere, vi diranno che non sono pronti” per gestire un simile scenario. Borissov mette dunque a nudo i limiti di un’Europa che ostenta sicurezza ma che alla fine ha più interrogativi di quanto possa sembrare.
A confermare le preoccupazioni ci sono anche le dichiarazioni del ministro britannico al Commercio internazionale Liam Fox il quale ha detto a Sky News che “noi non vogliamo un confine chiuso (tra Irlanda e Uk, ndr) ma il Regno unito lascerà l’Unione doganale e il Mercato unico. Ma non possiamo giungere a una soluzione della questione irlandese finché non avremo un’idea dell’accordo finale con l’Ue. E fino a che discuteremo con Bruxelles – agginge in questo cane che si morde la coda – sarà molto difficile capire quale sarà l’accordo finale. Dunque più ci sbrighiamo e meglio è, ma siamo ancora nella situazione nella quel l’Ue non vuole fare in fretta”.
Da qui al 14 e 15 dicembre, giorni del vertice del Consiglio europeo chiamato a decidere se ci sono progressi sufficienti per aprire la fase negoziale sui futuri rapporti britannici, ci sono appuntamenti a questo punto quanto mai cruciali per il prosieguo di un processo che appare sfuggito completamente di mano, a sentire Borissov. Mercoledì il Coreper, l’organismo che riunisce gli ambasciatori degli Stati membri, inizierà a redigere la bozza di conclusione del vertice dei leader di dicembre, e qui sarà già possibile verificare se i progressi sufficienti richiesti sono sul tavolo oppure no. Possibile anche per il momento si lascino spazi bianchi nella bozza di documento finale. Il 4 dicembre è prevista una cena tra la premier britannica Theresa May e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Quest’ultimo ha pubblicamente annunciato di non avere in programma altri incontri con May prima di questo, e che non ci saranno dunque contatti. Il 6 dicembre torna a riunirsi il Coreper, e in questa occasione gli spazi bianchi dovranno essere riempiti: le bozze di conclusione del summit del 14 e 15 dicembre saranno messe a punto. L’11 dicembre si riuniranno gli sherpa, e il 12 dicembre i ministri degli Affari europei riuniti in consiglio Affari generali certificheranno le bozze di conclusione del summit.