Bruxelles – L’Irlanda è pronta a mettere il veto sul passaggio alla fase due dei negoziati per la Brexit, quelli sulle future relazioni tra l’Unione europea e il Regno Unito. Sulla questione del confine con l’Irlanda del Nord il governo di Theresa May esprime solo “aspirazioni”, e per questo “con il dovuto rispetto, non possiamo passare alla seconda fase” solo “sulla base di auspici”. Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, a margine del Summit sul Partenariato orientale a Bruxelles, ha espresso tutti i dubbi di Dublino sui progressi dei negoziati su questa che è una delle priorità anche per l’Unione. “Dobbiamo passare alla fase due sulla base di una roadmap credibile, o di parametri sui quali possiamo costruire una roadmap credibile”, ha continuato Coveney sottolineando che “nessuno vuole un confine fisico sull’isola d’Irlanda, ma non vogliamo trovarci in una situazione in cui si dica: ‘Beh, ci dispiace, la nostra aspirazione è quella di non avere un confine, ma non sappiamo come arrivarci’”. Per il ministro “la verità è che, se guardiamo alle divergenze regolatorie nelle due giurisdizioni sull’isola, è molto difficile vedere come si possano evitare controlli di confine fisici”.
Prima del Vertice Ue del 14 dicembre, che dovrà decidere proprio del passaggio alla fase due, per l’Irlanda “c’è molto lavoro da fare nelle prossime settimane, ma credo sia fattibile”, ha affermato il ministro mostrando la volontà di mediazione. “Spero che saremo nella posizione, per il momento in cui i leader si incontreranno, di poter dire che sono stati fatti progressi sufficienti, che ci consentano di muovere alla fase due. Ma credo che, perché questo accada, occorrono movimenti significativi su un certo numero di questioni”, ha concluso Coveney ricordando che l’eliminazione del confine fisico in Irlanda del Nord “è stata la base del processo di pace degli ultimi vent’anni”.
“Riteniamo di avere una relazione costruttiva con l’Irlanda e continueremo a confrontarci con loro regolarmente, come facciamo con gli altri Stati Ue, per concentrarci sui progressi nei negoziati” ha garantito il portavoce di Theresa May. Ma il capo-negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha avvertito: “Le questioni irlandesi sono questioni dell’Ue”.
Mentre le trattative a Bruxelles vanno avanti a Dublino si rischia una profonda crisi di governo. Nel Paese c’è lo spettro delle elezioni anticipate in quanto l’esecutivo di minoranza guidato dal “taoiseach” (primo ministro) Leo Varadkar, del partito Fine Gael, è in bilico a causa della polemica cresciuta intorno alla sua vice, Frances Fitzgerald, accusata di aver coperto l’insabbiamento di una denuncia di corruzione nella polizia rivolta alcuni anni fa da un agente che era poi stato messo a tacere. Nei giorni scorsi il partito di opposizione Sinn Fein ha presentato in Parlamento una mozione di sfiducia nei confronti di Fitzgerald che potrebbe essere votata anche un altro grande partito, il Fianna Fa’il, i cui voti sostengono dall’esterno il gabinetto Varadkar.