Roma – L’obbiettivo è “rendere possibile una scelta europeista alle prossime elezioni” politiche italiane. È così che nasce +Europa, il soggetto politico nel quale confluiscono l’iniziativa europeista del sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e i Radicali italiani di Emma Bonino, ricalcando la proposta politica che ha portato Emmanuel Macron all’Eliseo e ha fatto di En Marche il primo partito in Francia. L’iniziativa, presentata oggi a Roma, prevede la creazione di una lista fortemente pro europea, destinata a rimanere “autonoma se siamo i soli a riconoscere quanto l’Europa fa e ha fatto finora”.
In realtà, la formazione – a cui guardano con interesse anche diversi esponenti delle formazioni centriste presenti in Parlamento, soprattutto quelli entrati con la lista del senatore a vita Mario Monti – è in cerca di alleanze. Quella più probabile è con il Pd di Matteo Renzi, visto che nel centrodestra sarebbe quanto meno schizofrenica una campagna condotta da Matteo Salvini ed Emma Bonino fianco a fianco.
Anche con il Pd, tuttavia, rimangono differenze apparentemente insanabili. Il segretario di Radicali italiani, Riccardo Magi, sottolinea infatti che la lista è pronta a corre da sola “se saremo gli unici a dire che la Commissione europea ha ragione sui conti pubblici” italiani. +Europa non mette infatti in discussione le regole di bilancio dell’Ue, incluso il Fiscal compact che Della Vedova ha difeso più volte. Fiscal compact sul cui recepimento nei trattati Ue, invece, il segretario Pd Matteo Renzi si è sempre detto contrario se non ci saranno delle modifiche sostanziali per allentarne il rigore. La stessa “flessibilità atto secondo”, promessa dal leader dem come fonte di una riduzione delle imposte da 30-50 miliardi, va in direzione opposta alla “responsabilità” di bilancio predicata da Della Vedova, Bonino e Magi.
Niente alleanze dunque? Non è detto. Anzi, è Emma Bonino a dire che ogni ipotesi rimane aperta nonostante le differenze programmatiche. Una possibilità offerta dal fatto che “bontà loro”, dice Bonino, nella legge elettorale “non hanno previsto programmi comuni né l’indicazione di un candidato premier”. Anche se la storica leader radicale si è irritata non poco per dei retroscena giornalistici che davano come cosa fatta l’intesa con Renzi, rimane quello dell’apparentamento col Pd lo scenario più verosimile, anche se non si può del tutto escludere un cartello con le sigle a sinistra del Partito democratico. La stessa Bonino, infatti, sottolinea come su alcuni temi ci siano “più sensibilità comuni con la sinistra”, anche se, riconosce, rimangono differenze anche marcate nell’impostazione di politica economica.
Differenze che comunque non rappresentano un ostacolo, ribadisce l’ex commissaria europea, tornando a sottolineare come l’attuale legge elettorale “non esclude né preclude nulla” in termini di alleanze elettorali. L’unico punto esclusivo, denunciano i promotori di +Europa, è l’obbligo di raccogliere le firme per presentare le liste, previsto dal ‘rosatellum’ solo per le formazioni che non sono presenti in Parlamento. Per questo chiedono l’intervento del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, affinché alleggerisca l’onere di raccolta delle firme in virtù del poco tempo che ci sarà a disposizione, visto che i nuovi collegi non sono ancora noti – il governo si riunirà nel pomeriggio per definirli – e le firme andranno raccolte sotto le feste. L’interesse primario è dunque riuscire ad avere le condizioni per presentarsi alle prossime elezioni, i compagni di strada eventuali si sceglieranno poi e senza alcuna preclusione a priori.