Bruxelles – Conciliare il lavoro e la famiglia “è all’ordine del giorno per i dipendenti delle grandi aziende multinazionali”, ma per quelli delle Piccole e medie imprese è più difficile e per questo la Regione Lombardia “cerca di fare il possibile per far sì che anche per loro diventi una realtà”. Francesca Brianza, assessore regionale per il reddito di autonomia e l’inclusione sociale post Expo della Lega, è venuta a Bruxelles per presentare le politiche del suo territorio e ha incontrato il relatore del Parlamento europeo sulla direttiva work-life balance, David Casa, nonché la commissaria europeo per la Giustizia,Vera Jourovà.
A che punto è la regione Lombardia sul tema delle politiche di conciliazione vita-lavoro?
La politica di conciliazione vita-lavoro in Lombardia è iniziata molto tempo fa, ma ha trovato un grande rilancio nel 2017, grazie al buon uso del Fondo sociale europeo. Fare tutto il possibile per conciliare la famiglia e il lavoro è un esperimento estremamente importante che può avere ricadute sociali positive, sia per le famiglie che per le aziende, e quindi, per il contesto socio economico tutto. Conciliare il lavoro e la famiglia è all’ordine del giorno per i dipendenti delle grandi aziende multinazionali, ma la regione Lombardia cerca di fare il possibile per far sì che anche nelle piccole e medie imprese diventi una realtà. Cerchiamo non solo di tutelare le lavoratrici donne, ma anche gli uomini. Si tratta di uno scopo che la regione Lombardia condivide pienamente con l’Unione europea.
Il Parlamento europeo sta discutendo una direttiva in materia, di cosa ha discusso con il suo relatore Casa?
Casa è stato interessatissimo alle politiche in merito della Regione Lombardia perché non si spiega come sia possibile che le nostre politiche siano così avanti rispetto all’Italia e all’Europa. Casa vede come un paradosso che per noi, il settore industriale, invece di essere penalizzato da questo tipo di politiche, ne tragga beneficio. Le nostre politiche sociali sono state finanziate totalmente dal Fondo monetario europeo, prima fra tutte il reddito di autonomia. Il dibattito europeo sul balance work life inizierà a febbraio, ma già a gennaio, Casa presenterà una draft, e conoscere l’operato in merito della regione Lombardia è stato fonte di grande ispirazione per lui. Ritiene che se può funzionare per la regione Lombardia può funzionare per il resto dell’Europa. Il nostro incontro è stato in linea con le tempistiche Ue per l’avvio della discussione a riguardo. È bello che si lavora in sinergia, prima con il governo italiano e poi con l’Unione europea.
Lei è arrivata a Bruxelles due giorni dopo la sconfitta per sorteggio di Milano come nuova sede dell’Ema, una scelta che vi ha deluso?
È stata una grande amarezza e delusione, ma la città di Milano e la regione Lombardia hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere attrattive nel contesto europeo, valide per essere il luogo ideale per la sede dell’Ema ma non solo. È stata un’occasione in cui è stato possibile confrontarsi con le altre regioni europee, rispetto a quelle che sono le proprie pratiche e le proprie attività. La regione Lombardia da questo punto di vista è stata ben rilanciata in Europa con tutte le potenzialità della regione e del suo capoluogo Milano. Io mi permetto di dissentire verso il metodo del sorteggio, perché una decisione di tal tipo dovrebbe essere assunta con altre modalità e con maggiori responsabilità, però allo stesso tempo sono orgogliosa perché in questa occasione abbiamo avuto la conferma che Milano e Lombardia sono attrattive e ricche di qualità e spiccano nello scenario europeo.
A Bruxelles ha incontrato anche il presidente del Comitato delle Regioni, Karl-Heinz Lambertz, avete discusso anche del vostro referendum per maggiore autonomia?
È stato un incontro positivo di grande apertura e di grande collaborazione perché condividiamo la stessa visione : le regioni sono i primi interlocutori dei cittadini. Secondo Lambert è necessario che le regioni assumano un ruolo sempre più forte e questo in linea con ciò che vuole la Lombardia: più spazio sulla scena internazionale, in modo da potersi confrontare con i più importanti attori istituzionali sul tavolo delle trattative in maniera attiva e da protagonista.