Bruxelles – L’Unione europea prova a spingere le produzioni biologiche del continente. Il Parlamento Ue ha dato il primo via libera alle nuove regole sul settore, che mirano ad accrescere la fiducia dei consumatori e ad aumentare la produzione. Le nuove norme “renderanno più accessibili le sementi e il materiale riproduttivo vegetale adattato alle esigenze dell’agricoltura biologica, contribuiranno a soddisfare i bisogni di un mercato biologico in rapida crescita” e le importazioni verso l’Ue “dovranno rispettare i nostri severi standard e saranno più facili da controllare”, ha rivendicato il negoziatore per l’Aula, Martin Häusling, dopo che il nuovo regolamento è stato approvato in commissione Agricoltura con 29 voti a favore, 11 contrari e 4 astenuti.
Le importazioni dovranno essere conformi alle norme dell’Ue e si chiederà ai Paesi terzi di rispettare standard uguali, tendendo a eliminare gradualmente, entro cinque anni, quelle che hanno standard simili ma non equivalenti. Per quanto riguarda i pesticidi, gli agricoltori saranno obbligati ad applicare misure precauzionali per evitare la contaminazione, escludendo dalla certificazione quei prodotti di cui si sospetta la presenza di un pesticida o fertilizzante non autorizzato, almeno fino a ulteriori indagini. Per aumentare poi l’offerta di sementi e animali biologici si punta a una migliore raccolta di dati sulla loro disponibilità e si fissa al 2035 l’anno in cui scadranno le deroghe che consentono l’uso di semi e animali convenzionali nella produzione biologica, ma la data di scadenza potrebbe essere sospesa o avanzata, se non si raggiungerà una disponibilità sufficiente per il settore. La proposta di riforma presentata dalla Commissione nel 2014 deve solo essere adottata formalmente dai ministri Ue in Consiglio e dall’Europarlamento in seduta plenaria ed entrerà in vigore a partire dal 2021.
Per il 5 Stelle Marco Zullo, il nuovo regolamento è però “l’ennesimo attacco alle eccellenze agroalimentari italiane”, in quanto “con questo regolamento l’Ue vorrebbe armonizzare tutti gli Stati membri al ribasso, consentendo ad esempio residui di pesticidi all’interno di prodotti poi commercializzati con l’etichetta biologico”. Con il nuovo regolamento, le soglie per i prodotti convenzionali si applicano automaticamente anche a quelle organiche. Gli Stati membri che hanno specifiche soglie nazionali più rigorose per le sostanze non autorizzate nei prodotti biologici, come appunto l’Italia, sono autorizzati a mantenerle a condizione che tali norme nazionali non vietino, limitino o impediscano sul loro territorio l’immissione sul mercato di prodotti biologici realizzati in altri Stati membri nel rispetto delle norme generali Ue, meno stringenti appunto. E così per Zullo, “sebbene l’Italia, anche a seguito dell’applicazione di questo mostruoso regolamento, potrà ancora mantenere le sue soglie inalterate, sarebbe comunque invasa da prodotti provenienti dal resto d’Europa” che costituiscono “un finto e pericolosissimo biologico”.