Bruxelles – Quaranta miliardi di euro a Bruxelles per il divorzio dall’Unione europea. Sono serviti otto mesi di gioco a ribasso prima che la premier britannica Theresa May lanciasse la proposta definitiva di saldo del debito delle partite economiche che resteranno aperte anche dopo la Brexit, per via di impegni pluriennali che superano il marzo 2019, data prevista per la separazione. La decisione, secondo quanto afferma la stampa britannica, arriva dopo una riunione di partito a porte chiuse, diviso tra la corrente per una ‘Hard Brexit’ e i sostenitori di un ‘addio all’Europa’ più morbido possibile. Secondo alcune indiscrezioni, mai confermate a Bruxelles, l’Unione europea però vorrebbe 60, se non 100 miliardi per saldare il conto.
May, a detta della stampa britannica, vorrebbe presentare ai vertici Ue la nuova offerta già venerdì prossimo. Tra i deputati alla Camera dei Comuni, l’opposizione si sta già facendo sentire e spiccano le dichiarazioni del deputato conservatore Nigel Evans per il quale il suo Paese non può diventare il “Babbo Natale” dell’Europa, ne’ piegarsi a “cifre da ricatto”. Fra gli esponenti conservatori più disposti al compromesso spicca invece il Ministro delle Finanze Philip Hammond, che ritiene che “un’intesa sulla cifra da sborsare va raggiunta prima di fine anno”.
Michel Barnier, caponegoziatore per la Brexit a Bruxelles, dice che “l’Unione è pronta ad aderire all’approccio più ambizioso su un futuro accordo di libero scambio” per il dopo Brexit, ma ha aggiunto: “Soltanto se, Londra saprà fare la sua parte per risolvere presto tutti e tre dossier preliminari del negoziato: tutela dei diritti dei cittadini Ue e garanzie sui confini dell’Irlanda” (oltre al saldo delle spese di divorzio). Barnier auspica un dopo Brexit in cui se si riuscisse “a negoziare un’uscita ordinata” e a “rispettare pienamente l’integrità del mercato unico e a stabilire un terreno di gioco paritario”, ci sarebbero tutte le ragioni perché “la nostra futura relazione sia ambiziosa e limitata non solo al commercio, ma basata su valori comuni” dalla “sicurezza alla politica estera”.