Bruxelles – L’Unione europea lancia un Piano d’azione contro la disparità salariale di genere. È quanto annunciato dal primo vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, e dalla commissaria alla Giustizia, Věra Jourová, che hanno dato il via al Colloquio annuale sui diritti dell’Uomo 2017, con la conferenza ‘I diritti delle donne in tempi turbolenti’. Secondo gli ultimi dati dell’Eurobarometro il salario delle donne è il 16% più basso rispetto alla media degli uomini.
I due esponenti dell’esecutivo comunitario hanno dichiarato che il piano sarà completato entro la fine del loro mandato, nel 2019. Le nuove proposte puntano a migliorare il rispetto della parità di retribuzione, valutando la possibilità di modificare la direttiva sulla parità di genere; affrontare il tema delle sanzioni penali, sollecitando il Parlamento europeo e gli Stati Membri ad adottare rapidamente la proposta avanzata ad aprile sull’equilibrio tra vita privata e professionale; finanziare progetti per migliorare l’equilibrio di genere nelle imprese a tutti i livelli di gestione; incoraggiare i governi e le parti sociali ad adottare misure concrete per migliorare l’equilibrio di genere nel processo decisionale.
“L’uguaglianza di genere è un diritto fondamentale, sancito dai trattati dell’Ue” ha ribadito Timmermans. “Dobbiamo utilizzare l’attuale attenzione dei media e della politica su questi temi per mettere in pratica tali principi: le donne in tutta Europa hanno diritto all’uguaglianza, alla legittimazione e alla sicurezza, ma questi i diritti non sono ancora una realtà per troppe di loro”.
Il divario retributivo di genere in Europa non è diminuito negli ultimi anni, ed è in gran parte dovuto al fatto che le donne europee lavorano per lo più in settori meno pagati, ottengono meno promozioni, fanno più pause di carriera e lavorano molto spesso in maniera non retribuita. Gli ultimi dati riportati da Eurobarometro, dicono che per il 90% degli europei non è accettabile che le donne siano pagate meno degli uomini. Il 64% dei cittadini comunitari è invece favorevole alla trasparenza salariale come mezzo per potenziare il cambiamento.
Per quanto riguarda la condivisione paritaria delle faccende domestiche e dell’assistenza all’infanzia, secondo l’agenzia di sondaggi europei non è ancora una realtà. Se più di 8 europei su 10 pensano che un uomo dovrebbe contribuire in egual misura alle faccende domestiche, o prendere il congedo parentale. Tuttavia, il 73% dei cittadini Ue racconta che nelle loro case le donne, anche se lavoratrici, dedicano più tempo ai doveri domestici e alla cura dei figli rispetto agli uomini. Più della metà degli europei pensa che ci dovrebbero essere più donne nelle posizioni politiche decisionali, e 7 su 10 sono a favore di misure legali per garantire la parità di accesso nelle istituzioni pubbliche.
“Le donne sono ancora sotto rappresentate nel processo decisionale, ricoprono poche posizioni di rilievo nella politica e nel mondo degli affari”, ha detto la commissaria per la Giustizia e l’uguaglianza di genere Věra Jourová, e “guadagnano ancora il 16% in meno rispetto alla media degli uomini europei”. La commissaria ritiene che la parità salariale sia importante, soprattutto per contrastare violenze e abusi sessuali: “La violenza contro le donne è ancora diffusa. Questo è ingiusto e inaccettabile nella società di oggi. Il divario retributivo di genere deve essere chiuso, perché l’indipendenza economica delle donne è la loro migliore protezione contro la violenza”.