Bruxelles – “Incoraggiare tutti quelli che hanno subito molestie a parlarne, anche se per le donne è ancora molto difficile”. E’ questo l’obiettivo politico che si pone Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, come contributo al dibattito in corso oramai in tutto l’Occidente nelle ultime settimane sul tema delle molestie sessuali. “Da bambino anch’io sono stato vittima di abusi”, rivela in un’intervista pubblicata oggi su “La Stampa”.
Parlare “non è una scelta facile”, ammette l’olandese una molestia, di fatto “te la porti dietro tutta la vita – ammette -. Ma tutte le vittime dovrebbero aver il coraggio di raccontare la loro storia”.
Domani e martedì a Bruxelles si tiene il dialogo sui diritti fondamentali, centrato sulla questione femminile. Timmermans vorrebbe che l’occasione fosse sfruttata al meglio per compiere un passo avanti nella tutela dei diritti delle donne, sebbene sia consapevole che il dramma dell’uomo che abusa di un simile abbia radici più profonde. “Non ci si può affidare soltanto a una la legge per cambiare modelli culturali – spiega l’ex ministro degli esteri dei Paesi bassi, socialista -, ma è possibile aumentare la consapevolezza su quanto questi modelli culturali producano diseguaglianze che poi danneggiano la nostra società”.
Parlando delle denunce delle ultime settimane, Timmermans di ci doler vedere “l’aspetto positivo di tutto questo: finalmente non si vede la fine della carriera nel sollevare il problema, non ci sente più ostracizzati. Finalmente collettivamente si parla di questo, e non lo fanno solo le donne ma lo fanno anche gli uomini. Quello che ribolliva sta esplodendo ed è normale avere dello sporco dappertutto, ma bisogna pulire per risolvere la situazione”.
Secondo l’olandese “la questione non è tanto fare i conti con ciò che è stato fatto nel passato, quello spetta alle autorità giudiziarie. Come politico, per me è importante trarre insegnamenti e cambiare per il futuro, nella società in generale e nel mondo del lavoro più in concreto. Voglio avere gli standard più elevati possibile. Abbiamo procedure e funzionano. E le cambieremo alla luce di quello che stata accadendo”.
Bisogna creare le condizioni, spiega Timmermans a “La Stampa”, per “incoraggiare tutti quelli che hanno subito molestie a parlarne, anche se per le donne è ancora molto difficile. Da bambino anch’io sono stato vittima di abusi, e l’ho tenuto nascosto per molti molti anni. E’ qualcosa che non ti abbandona per il resto della vita… Il fatto di condividere qualcosa di così terribile è un peso enorme: per questo immagino quanto debba essere difficile per una donna vivere le stesse cose”.
Timmerman sfata anche “la presunzione di una nostra superiorità (europea, ndr) per un pari trattamento uomo-donna è ridicola perché la realtà parla diversamente. Se guardiamo i fatti c’è non c’è uguaglianza. I dati sulla posizione delle donne in Europa rivelano che abbiamo un gap del 16,3% nel livello salariale e un gap del 40% in quello delle pensioni. E che in Europa le donne hanno vissuto episodi di molestie sessuali sul posto di lavoro da persone che non venivano da altri Paesi, ma da europei”.