Roma – “Un’azione decisa da parte della Commissione contro i falsi avrebbe effetti ben più rilevanti sulla crescita del Pil rispetto alle decimali correzioni che la Commissione stessa vorrebbe sui nostri conti pubblici”. Queste le parole di Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, sui dati sconcertanti che riguardano il fenomeno della contraffazione – soprattutto dei prodotti venduti on line – e che si uniscono a quelle delle aziende che il 13 novembre scorso hanno inviato una lettera al presidente della Commissione Junker per chiedere ancora una volta attenzione sul tema.
In un rapporto del 2016, l’Ocse ha calcolato che i reati di violazione della proprietà intellettuale provocano danni a livello mondiale per oltre 450 miliardi di dollari e “nella sola industria alimentare, che è comunque il secondo comparto manifatturiero del Paese, l’Italian Sounding ruba ogni anno oltre 100.000 posti di lavoro al nostro Paese e il giro d’affari maturato da prodotti contraffatti e Italian Sounding si attesta ormai intorno ai 90 miliardi di euro, quasi un terzo dei quali solo sul mercato americano”, aggiunge Scordamaglia.
Per questo e dopo le campagne di Amazon e Alibaba (in quella di pochi giorni fa, per la “Giornata dei single”, quest’ultimo ha realizzato vendite per 25.3 miliardi di dollari), 87 aziende e 13 associazioni hanno deciso di rinnovare l’appello alla Commissione europea per sensibilizzare l’esecutivo sul problema della contraffazione anche online dei prodotti di largo consumo.
“In Italia siamo a quota 150 miliardi di vendite alimentari al dettaglio, di cui circa l’1,5% online, con vini e oli sempre sopra questa media. Per questo, serve un’azione decisa della Commissione europea – conclude il presidente – e un urgente aggiornamento del quadro legislativo contro la contraffazione”.