Roma – “Si parla molto di rimproveri europei”, ma “abbiamo migliorato di molto la situazione del deficit italiano” e “c’è l’orgoglio e la soddisfazione di dire che si son fatti passi in avanti”. La risposta del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alle critiche arrivate ieri dal vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, si basa anche sui dati Istat che indicano una crescita del Pil all’1,8% già per il 2017. Grazie a quel dato, rivendica Gentiloni inaugurando l’anno accademico all’Università Cattolica di Roma, “non siamo più il fanalino di coda” in Europa. “Da ieri almeno non lo siamo più”, ribadisce.
“Il paese si è rimesso a crescere”, anche se “questa crescita non ha risolto i nostri problemi sociali ed economici” e “non ha sanato le cicatrici” della crisi, concede l’inquilino di Palazzo Chigi. Ma per ricucire il tessuto sociale lacerato, la sua ricetta non prevede di irrigidire il controllo sui conti pubblici. “Non è per tornare a dilapidare le risorse” che Gentiloni respinge l’idea di una stretta maggiore. “Bisogna insistere in una linea di serietà e responsabilità”, indica, ma rimanendo nel solco di una politica economica che stimoli la crescita. Per questo difende la Legge di bilancio in discussione in Parlamento. È “limitata sulle risorse”, riconosce, ma è “mirata ad alcuni obiettivi” e “può servire ad accompagnare la ripresa”.
Manovra difesa ieri anche dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che la ritiene “una legge solida, utile al Paese e conforme alle regole”. Intervenendo da Londra, il titolare di Via XX Settembre ha ribadito che tra l’esecutivo e la Commissione europea “c’è un rapporto di collaborazione continua”. E “se ci saranno osservazioni sulla Legge di bilancio” – Bruxelles starebbe preparando una nuova richiesta di chiarimenti dopo averne discusso nel Collegio dei commissari – “ne terremo conto”, ha assicurato il ministro.
“Su una cosa ha ragione il commissario Katainen: agli italiani va detta la verità, ma va detta per intero”, commenta la capodelegazione degli eurodeputati Pd, Patrizia Toia. “E la verità – dice – è che in questi anni i governi di Renzi e Gentiloni hanno scelto la crescita e l’occupazione, invece di inseguire il pareggio di bilancio imposto dal Fiscal Compact e le indicazioni miopi della Commissione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: quasi un milione di nuovi posti di lavoro e crescita più forte del previsto”.
Secondo Toia “questo è stato possibile grazie alla serietà e all’affidabilità dei governi Pd, che hanno saputo imporre alla Commissione le proprie scelte e hanno saputo fare le riforme che l’Europa ci chiedeva da anni. Una cosa che sarebbe stata impossibile con Berlusconi al governo e meno che mai con Grillo. L’altro lato della medaglia, quello a cui fa riferimento Katainen in modo troppo criptico, è che i nostri conti pubblici non ci permettono di concederci il lusso di nuovi ‘bunga bunga’ o di avventure euroscettiche”.