Roma – Il piano per portare internet a banda ultralarga a tutte le famiglie e le imprese italiane sta procedendo, ma per definire il sistema di incentivi che dovrà alimentare la diffusione della connessione ultraveloce nelle aree grigie – quelle in cui è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che nel prossimo futuro sia installata un’altra rete – “non possiamo procedere finché la Commissione europea non avrà definito qual è il modello implementabile”. Lo ha spiegato il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, al question time in Aula a Montecitorio.
Calenda ha sottolineato l’importanza di intervenire nelle aree grigie perché è lì che “risiede la larga maggioranza delle imprese italiane”. Il ministro ha riferito di “un’interlocuzione con la Commissione europea sugli incentivi ammissibili”, e ha aggiunto che si sta “verificando anche l’efficienza sulla base dei benchmark di mercato”. Tuttavia, finché Bruxelles non scioglierà il nodo su come incentivare la diffusione della banda ultralarga senza incappare nella tagliola degli aiuti di stato, tutto è destinato a rimanere in stand-by. Il titolare dello Sviluppo economico conta però di riuscire a ottenere le risposte attese per procedere “nei prossimi due mesi”.
L’esponente dell’esecutivo ha spiegato inoltre che si sta avanzando anche per completare il paino relativo alle aree bianche, quelle considerate a ‘fallimento di mercato’ perché non attrattive per gli investitori privati. Dopo i due bandi che coprono 17 Regioni, si stanno concludendo le “attività propedeutiche al lancio del terzo e ultimo bando di gara per selezionare il concessionario nelle Regioni Sardegna, Puglia e Calabria” e completare così il quadro. Dopo che lunedì prossimo sarà conclusa la consultazione pubblica avviata il 29 settembre per individuare le aree bianche delle tre regioni, si procederà anche su questo fronte, ha assicurato Calenda.