Bruxelles – Non saranno le malattie a uccidere, ma la resistenza ai farmaci concepiti per difendersi dalle malattie. Nessuno scherzo, ma la realtà neppure troppo lontana che accomunerà tutti in Europa. L’allarme lo lancia Vytenis Andriukaitis, commissario per la Salute, in occasione della Giornata europea degli antibiotici. Andriukaitis mette in guardia dal fenomeno della resistenza antimicrobica, “una delle più grandi minacce per la salute globale”. La dimensione del fenomeno è tale che “entro il 2050 la resistenza antimicrobica potrebbe uccidere una persona ogni tre secondi e diventare una causa di morte più comune del cancro”.
Andriukaitis è medico-chirurgo prima ancora che politico di professione, e dunque le sue parole sono quelle di “addetto ai lavori”. E proprio da addetto ai lavori il commissario Ue spiega che con l’aumento della resistenza persino ad antibiotici di ultima istanza come la colistina, “ci troviamo di fronte a un preoccupante futuro ‘post-antibiotico’ nel quale potremmo non essere più in grado di effettuare interventi chirurgici importanti e trapianti di organi, o impiantare efficacemente dispositivi come protesi dell’anca o nuove valvole cardiache”. Se non si fa qualcosa, nell’Ue sarà emergenza vera e propria. Le stime più drammatiche, ricorda ancora Andriukaitis, prevedono che, in caso di aumento del 40% degli attuali tassi di resistenza, entro il 2050 in Europa potremmo dover affrontare 390mila decessi l’anno.
Uso eccessivo o improprio di antibiotici sono la principale causa del fenomeno. Vuol dire che si prende quando non serve (con la febbre, ad esempio, che è virale e non batterica) o che si prende male (non si conclude il ciclo: si prende tre giorni invece di cinque). Questo fa sì che i batteri non vengono debellati e sviluppano resistenza al farmaco. Per questo motivo a giugno la Commissione europea ha presentato il piano d’azione per contrastare il problema delle resistenza antimicrobica. L’obiettivo, ricorda Andriukaitis, è “mantenere la nostra capacità di curare efficacemente le infezioni negli esseri umani e negli animali” attraverso la promozione di un uso “prudente” degli antimicrobici nelle persone. Le linee guida sono destinate a tutti gli attori: medici, infermieri, farmacisti, direttori sanitari e altri soggetti che svolgono un ruolo nell’uso degli antimicrobici. “Solo lavorando insieme a livello europeo e internazionale possiamo controllare e invertire il fenomeno della resistenza antimicrobica”. Altrimenti il costo di un insuccesso rischia di essere elevatissimo.