dal nostro inviato
Strasburgo – Chi pratica e chi beneficia dell’evasione fiscale “è come un vampiro”. È un duro attacco quello che lancia dagli scanni del Parlamento di Strasburgo Pierre Moscovici nel dibattito sui Paradise papers. Il commissario agli Affari economici si è detto “profondamente indignato”, “scioccato ma non stupito” per lo scoppio dell’ennesimo scandalo che ha portato alla luce centinaia di conti e società nei paradisi fiscali, alcuni dei quali appartenenti a personaggi e aziende di spicco come la regina Elisabetta, Bono Vox e la Apple. “Sappiamo da tempo che che multinazionali, contribuenti fortunati, banche e consulenti lavorano mano nella mano per sottrarre al fisco beni immensi”, ha affermato Moscovici secondo cui “non siamo di fronte a incidenti isolati ma a pratiche sistemiche, mondiali e organizzate”.
Per combattere questo fenomeno l’Europa “ha messo l’accento sulla trasparenza”, che è “la nostra prima arma per porre fine alla cultura del segreto e al sentimento di impunità” che provano gli evasori fiscali, questi “vampiri” che “sembra non abbiano paura di niente tranne che della luce”. E la trasparenza punta proprio a fornire questa luce, ha affermato Moscovici. Il commissario ha riconosciuto che molti degli schemi fiscali emersi dai Paradise Papers “sono legali” e per questo è necessario “cambiare la legge”.
Il primo passo da compiere è comunque quello di stilare una lista nera dei paradisi fiscali, e bisogna farlo il più presto possibile. “Bisogna che sia adottata al prossimo Ecofin in programma il 5 dicembre, serve ora non tra sei mesi”, ha chiesto Moscovici aggiungendo che questa lista deve essere “credibile, ambiziosa e contenere anche sanzioni dissuasive”, perché “bisogna colpire nel portafoglio evasori e paradisi fiscali”. Al momento, ha raccontato “sono stati esaminati 92 Paesi e la grande maggioranza di loro ha cooperato” con l’Europa e “alcuni si sono impegnati a modificare la loro legge” in materia fiscale. Ma quelli che non lo hanno fatto “devono prendere impegni entro questa settimana”, ha tuonato Moscovici lanciando un ultimatum. Se lo faranno “questi impegni saranno presi in conto” nello stilare la lista, a patto però che gli impegni siano “concreti”.