Bruxelles – In Italia la famiglia è un problema, e per le famiglie è tutto un problema. I figli non si fanno, le politiche per incentivarli non ci sono, ma a a prescindere dal numero dei componenti del nucleo familiare comunque per tutti il conto è salato. I dati raccolti da Eurostat rilevano che le bollette della luce tricolori sono tra le più alte in Europa e con il più elevato carico fiscale dell’Ue. Per l’esattezza l’Italia è il quarto Paese Ue per bolletta della luce in generale e per peso fiscale sul conto elettrico in particolare. Secondo i listini della seconda metà del 2016, nella Penisola si paga 0,23 euro per Kilawattora (Kwh) di energia consumata, di cui 0,09 euro tra Iva e altre tasse. Praticamente la bolletta elettrica è fatta di tasse per il 39% dell’importo totale. Peggio della politica italiana solo Danimarca, Germania e Portogallo.
Non va meglio per i riscaldamenti. Anche in questo caso le famiglie italiane sono tra le più tartassate dell’Unione europea, con le terze bollette più care per i rifornimenti di gas. Si paga in Italia 0,084 euro per Kilawattora, con un costo costituito da tasse per il 36% dell’importo totale e più alto di 0,020 della media europea.
Che dire poi delle imprese? La Commissione europea chiede da tempo all’Italia di ridurre il cuneo fiscale sul sistema produttivo, anche qui tra i più alti in Europa. Il conto energetico è salato anche per le aziende, che pagano il 43% di tasse sul consumo energetico elettrico. Un peso sul tessuto produttivo che solo la Germania attua più dell’Italia, che vanta il più alto caro-energia dell’Ue. Le imprese pagano in Italia circa 0,16 euro per Kilawattora (Kwh), come nessun altro nell’Unione europea.