Bruxelles – Nessuna sorpresa a Lubiana. Come avevano anticipato gli exit poll, il social democratico Boruth Pahor si riconferma presidente della Repubblica slovena con il 52,9% dei voti, vincendo nel ballottaggio contro il comico e giornalista euroscettico e antiestablishment Marjan Šarec (che ha ottenuto il 47,1%). “La mia rielezione è il segnale che i cittadini vogliono forze e idee politiche che uniscono” ha dichiarato il presidente appena rieletto. “Questo risultato è uno dei pochi in Europa, nel quale viene confermata la fiducia a chi ha già svolto un mandato” e ha aggiunto, “gli elettori cercano stabilità”.
Pahor ha ricevuto subito le congratulazioni dall’omologa croata, Kolinda Grabar-Kitarovi. Tra Slovenia e Croazia pende la questione del confine marittimo, su cui è stata emessa a giugno 2017 una sentenza dalla Corte permanente di arbitrato, che il governo di Zagabria non ha voluto riconoscere. La Croazia si rifiuta di cedere, come stabilito dai giudici internazionali, i due terzi del golfo del Pirano alla Slovenia. In campagna elettorale, Pahor ha parlato di incoraggiare e sostenere una “diplomazia silenziosa” con il “Paese vicino”, unico modo per “riuscire a trovare un accordo”.
Il presidente rieletto non ha mai fatto mistero di essere più che favorevole con le politiche dell’Unione europea per una graduale integrazione dei Balcani nel territorio comunitario. “Serve una ricetta europea di progresso e crescita” ha dichiarato di recente in un’intervista a La Stampa “per rispondere tanto alla sfida economica delle diseguaglianze che a quella della sicurezza sul terrorismo.” Il suo programma, fortemente europeista, ha vinto in un momento in cui nel resto dell’Europa avanzano leader populisti ed euroscettici. Il presidente sloveno ha più volte ribadito la sua volontà di lavorare affinché “siano sviluppate le infrastrutture, come le ferrovie, per collegare i Balcani all’Europa ed all’Italia in particolare”.