Bruxelles – Sinonimo per “italiano”? “Somaro”. Proprio così. E’ impietoso il risultato che emerge dalla relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione compiuto dall’Unione europea. Gli studenti italiani apprendono meno e abbandonano prima gli studi rispetto ai coetanei in giro per l’Ue.
Gli italiani a quanto pare hanno problemi già con i fondamentali, ossia leggere, scrivere e far di conto. Nel 2016 la percentuale di quindicenni con risultati insufficienti nella lettura ha toccato quota 21%, al di là del dato comunitario (19,8%), e la percentuale di quindicenni con risultati insufficienti in matematica riguarda il 23,3% di quanti siedono sui banchi, anche qui un dato oltre la media Ue (22,2%).
Se si dà un’occhiata agli studi successivi al liceo, “il tasso di istruzione terziaria dell’Italia (laurea ndr) per i giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni è tra i più bassi dell’Ue”, rileva la Commissione. Solo il 26,2% ha un diploma di laurea, a fronte di una media a dodici stelle del 39,1%. Un dato che si spiega con gli abbandoni che si verificano dopo il liceo. Gli italiani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che lasciano precocemente i libri, benché in diminuzione, continuano a essere oltre la media europea (13,8% contro 10,7%).
Secondo la Commissione europea “la riforma della scuola del 2015 è in fase di attuazione e potrebbe migliorare i risultati” del sistema dell’apprendimento italiano, ma per ora la fotografia è questa.