Roma – Presenta “un elemento di rischio” nelle coperture e dà incertezza a cittadini, imprese e mercati perché rinvia e non cancellando l’aumento dell’Iva: sono queste le due principali critiche che la Banca d’Italia muove alla Legge di bilancio per il 2018. Una manovra che “prevede 22 miliardi di interventi espansivi”, assicurati per metà con “un disavanzo dell’1,6% del Pil”, che copre solo in parte i “16 miliardi di mancato gettito” per il blocco sulle aliquote dell’Imposta sul valore aggiunto. Nel corso delle audizioni in Senato sul bilancio per il prossimo anno, è Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di Palazzo Koch, a illustrare le considerazioni dell’Istituto.
Un punto debole della Legge di bilancio è che, “come in passato, si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia” – ovvero l’aumento delle aliquote Iva – “ma di farlo solo per 1 anno”. In questo modo, denuncia il dirigente di Palazzo Koch si riduce “di fatto l’orizzonte di programmazione della politica di bilancio”. Al contrario, adottare “provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l’incertezza, tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme di tassazione”. Mettere un punto definitivo sulla questione sarebbe dunque auspicabile, secondo signorini, dal momento che “la prevedibilità è importante per imprese, cittadini, mercati”.
Riguardo al secondo aspetto critico, il dirigente di Bankitalia ritiene “ragionevole attendersi effetti positivi dalle misure di contrasto all’evasione”, Tuttavia, ammonisce, “basare su tali introiti una quota significativa delle coperture, come avviene per gli anni successivi al 2018, comporta un elemento di rischio”. Infatti, spiega Signorini, la stima delle reali risorse che si riusciranno a recuperare “resta per forza di cose incerta”.
Come spesso accade sulle questioni di finanza pubblica, il giudizio più severo sulla manovra arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), l’organismo autonomo di controllo presieduto dal professor Giuseppe Pisauro, il quale ha lanciato l’allarme sui “rischi di deviazione significativa” dalle regole europee.
Il potenziale sforamento riguarda “la regola sul saldo strutturale” per l’avvicinamento al pareggio di Bilancio. Intanto, il presidente dell’Upb fa notare che il pareggio di bilancio previsto nel 2020 “dipende crucialmente da quel punto di Pil dovuto all’aumento dell’Iva”, congelato per il 2018 e parzialmente per il 2019, ma che scatterà nel 2020 se non ci saranno ulteriori interventi. La regola sul saldo strutturale rischia di essere violata nel 2017 in termini annuali, avverte Pisauro, comportando così il pericolo di una violazione anche nel 2018, ma su base biennale.
Anche la regola sulla spesa pubblica potrebbe non essere rispettata. Nel 2017 con “una deviazione significativa sia in termini annuali che biennali”, mentre “nel 2018 sarebbe rispettata o presenterebbe rischi di deviazione non significativi”. Cosa comporteranno questi rischi “dipenderà dalle valutazioni delle autorità europee”, ricorda Pisauro. Ma, “almeno in linea teorica, il rischio che esiste” è una eventuale “procedura di infrazione” qualora le deviazioni dovessero essere confermate a consuntivo.