Bruxelles – Il Fiscal compact, il patto di bilancio europeo, potrebbe essere oggetto di modifiche in senso migliorativo. Ripensamenti del trattato intergovernativo sono in corso, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, convinto che un Fiscal compact più snello e più semplice si renda più che mai necessario. I ministri economici riuniti a Bruxelles per Eurogruppo ed Ecofin hanno discusso del futuro dell’Unione economica e monetaria, “incluso il Fiscal compact” con le sue regole sui conti pubblici. In questo dibattito, ha ammesso il titolare del Tesoro, “molti hanno avanzato la necessità di semplificare le regole perché si sono complicate nel tempo”. Nessuna decisione è stata presa né alcuna conclusione è stata raggiunta, un esito che “è ovvio attendersi” in una fase di ripensamento in corso. Ad ogni modo “la Commissione ha annunciato che nell’Eurogruppo di dicembre presenterà un pacchetto di misure” volte al perfezionamento dell’unione economica e monetaria, e dunque tutto è rinviato in quella sede.
Non rinviabile, invece, la questione della supervisione bancaria. Non è piaciuta all’Italia l’iniziativa della Banca centrale europea di ‘emendare’ le linee guida sui crediti deteriorati, i prestiti che le banche fanno fatica a farsi restituire. La Bce ha redatto allegati alla linee guida (noti come ‘addendum’), e la cosa non è piaciuta a Padoan. Nel corso dell’Eurogruppo “sono intervenuto solo io sollevando aspetti di merito e metodo”. La modifica alla linee guida secondo il ministro “va oltre i limiti istituzionalmente definiti dall’azione” della Bce, e per questo motivo “riteniamo che sia qualche forzatura legale” e si vuole vederci chiaro. L’Italia ha nei crediti deteriorati e le conseguenti sofferenze bancarie un punto debole, più volte messo in luce dalla Commissione europea.
Giovedì l’esecutivo comunitario pubblicherà le previsioni economiche d’autunno, ed è lecito attendersi richiami sul fronte dei crediti deteriorati e l’esigenza di ridurli. Padoan non nega il problema, ma ribadisce che si sta correggendo. “Le sofferenze bancarie sono state per un periodo lungo nei bilanci e questo spiega perché si sono accumulati. Sono stati anni di recessione quindi è stato difficile liberarsene”. Ora però la tendenza ha iniziato a invertirsi. “Alcune banche hanno fatto prima di altre”, dice senza entrare nel merito. “Non ho in mente nessuna banca specifica, ma penso a tutto il sistema bancario italiano che deve tornare a dare pieno contributo alla crescita che stiamo attraversando”.