Bruxelles – La procura del Belgio ha messo sotto arresto Carles Puigdemont e i suoi ex ministri Maria Serret Aleu (Agricoltura), Antoni Oliveres Comin (Salute), Lluis Gordi Puig (Cultura) e Clara Obiols Ponsatì (Istruzione). Per i cinque non è stato però disposto il carcere, ma la libertà condizionata. Non potranno abbandonare il Paese, dovranno risiedere in un posto fisso, informare sempre degli spostamenti, e comparire davanti alle forze dell’ordine e alla giustizia ogni volta che sarà loro richiesto.
La decisione è stata presa dalla procura al termine di una giornata che ha visto gli indipendentisti catalani consegnarsi spontaneamente alla polizia federale belga. Si sono presentati alle 9:17 del mattino di ieri, ed entro le 9:17 di oggi doveva essere presa una decisione. La giustizia belga l’ha maturata dopo la mezzanotte, dopo aver passato l’intera giornata a studiare le carte prodotte dalle autorità spagnole e, soprattutto, a sentire una per una le cinque persone per cui è stato spiccato il mandato di arresto europeo. La giustizia belga poteva decidere di non prendere provvedimenti, decretare l’arresto in carcere, o l’arresto con la libertà vigilata. E’ stata presa quest’ultima decisione.
Per Puigdemont e gli altri adesso si tratterà di comparire entro 15 giorni al massimo davanti la Camera di consiglio del Tribunale di prima istanza, e l’udienza sarebbe già stata fissata per il 17 novembre. Poi però gli indipendentisti catalani potranno rivolgersi alla Corte di appello e, eventualmente, arrivare al terzo grado di giudizio appellandosi anche alla Corte di cassazione. Un procedimento che porterà i catalani a guadagnare 45 giorni prima della questione dell’estradizione.
Puigdemont e compagni hanno rifiutato di consegnarsi volontariamente e spontaneamente alle autorità spagnole, e questo apre la strada più lunga. Secondo le disposizioni dell’arresto europeo, “nei casi in cui il ricercato acconsente alla propria consegna, la decisione definitiva sull’esecuzione del mandato d’arresto europeo dovrebbe essere presa entro 10 giorni dalla comunicazione del consenso”. Viceversa, “negli altri casi, la decisione definitiva sull’esecuzione del mandato d’arresto europeo dovrebbe essere presa entro 60 giorni dall’arresto del ricercato”. Termini che però possono essere prolungato di ulteriori 30 giorni “in casi particolari”.
Madrid insiste perchè si possa ricevere Puigdemont in Spagna. I numeri però potrebbero non essere dalla parte spagnola. Nel 2014 e nel 2015 solo in tre casi su dieci si è dato esecuzione all’arresto europeo.