Bruxelles- Il 2 Novembre è la ‘Giornata internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti’. La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Uniti nel 2013, in memoria dell’omicidio di due reporter francesi uccisi in Mali nello stesso anno. Solo 4 anni prima, 30 giornalisti erano stati uccisi a Maguindanao, il massacro contro la libertà di informazione più grave della storia. Nessuna delle due stragi ha a tutt’oggi un colpevole ufficiale.
“Condanniamo con la massima fermezza le uccisioni, gli atti di violenza, le intimidazioni e le vessazioni nei confronti dei giornalisti e di altri operatori dei mezzi di comunicazione”, ha dichiarato a nome dell’Ue Federica Mogherini, alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza. “Ci aspettiamo che le autorità statali rispettino i loro obblighi internazionali – ha proseguito – proteggendo i giornalisti dalle intimidazioni, dalle minacce e dalla violenza. Qualsiasi presunta esecuzione sommaria, maltrattamento, minaccia o attacco nei confronti dei giornalisti, dovrebbe essere immediatamente oggetto di un’indagine efficace e indipendente, al fine di perseguire gli autori di tali crimini e consegnarli alla giustizia”.
Per la vicepresidente della Commissione europea, lascialri impuniti “è un duro colpo alla democrazia e ai diritti fondamentali quali la libertà di espressione”. Le parole di Mogherini assumono un’eco particolare dopo quanto accaduto il 16 ottobre a Malta, dove è stata uccisa da una bomba Daphne Caruana Galizia, reporter maltese componente del team internazionale di giornalisti di inchiesta vincitore del Pulitzer 2017 con le rivelazioni sui Panama Papers.