Bruxelles – Marzo 2019, forse 2021, sicuramente 2054. La Brexit, quella forse definitiva, non si compirà prima di 37 anni. Gli inglesi non l’hanno presa bene, ma è la dura realtà che probabilmente nessuno aveva spiegato bene loro prima di chiedere se rimanere o no nell’Ue. Ecco allora il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (Bei), Alexander Stubb, ricordare cosa significa ‘Brexit’: rispettare gli impegni presi in veste di Paese ancora membro dell’Ue. E il Regno Unito, in veste di membro Ue e azionista Bei, si è impegnata in progetti di lungo periodo che vedranno risarcimento di lungo periodo. Ci sono circa 3 miliardi di sterline (circa 3,5 miliardi di euro) che l’Ue dovrà restituire a Londra, ma questo non avverrà prima di 37 anni. “Non è una punizione”, ha spiegato il vicepresidente della banca europea di Lussemburgo. E’ una logica conseguenza di accordi già raggiunti.
“Entrambe le parti attorno al tavolo negoziale sono d’accordo col fatto che i 3,5 miliardi di euro, sostanzialmente in contanti, e questo si verificherà dopo un lungo periodo, fino al 2054, perché è in quel momento che i prestiti vengono ammortizzati”, ha detto Stubb ai microfoni della Bbc. Parole bollate come “inaccettabili” da David Jones, esponente dei Conservatori e ministro per la Brexit fino a luglio di quest’anno. Non commenta invece il ministero del Tesoro britannico, per via di negoziati in corso. “Dal punto di vista economico non ci sono vincitori nella Brexit, a parte forse qualche avvocato. Sfortunatamente ce ne renderemo conto nei prossimi anni”. Questa è la verità secondo Stubb, che ha promesso di voler fare “tutto il possibile” per risolvere la questione.