Bruxelles – Le istituzioni comunitarie si dividono sui soldi. Il Parlamento europeo definisce “brutali” i tagli alla bozza di bilancio comunitario per il prossimo anno, il Consiglio non gradisce l’idea del Parlamento di mettere più risorse e annuncia che “non può essere completamente accettata”. Non parte dunque nel migliore dei modi il negoziato inter-istituzionale che si aprirà il 31 ottobre.
Nella sua proposta di bilancio la Commissione europea ha fissato a 160,6 miliardi di euro e 145,4 miliardi di euro i tetti per impegni (quanto si pensa di poter spendere) e pagamenti (la liquidità effettivamente disponibile). Il Consiglio, nella sua posizione adottata il 4 settembre, ha rivisto al ribasso i tetti della Commissione, portandoli a 158,9 miliardi (-1,7 miliardi) e 144,4 miliardi (-1 miliardo). Il Parlamento, invece, ha proposto di aumentare i massimali della Commissione, portando gli impegni a 162,2 miliardi (+1,6 miliardi) e i pagamenti per il 2018 a 146,7 miliardi (+1,3 miliardi).
Il Parlamento contesta in particolare i tagli operati dal Consiglio al programma per la ricerca Horizon2020 (-750 milioni), al programma per le infrastrutture Cef (-100 milioni), e alle politica di coesione (-240 milioni). Scelte a cui il Parlamento ha risposto con la proposta di mettere più risorse per l’iniziativa giovani (+366 milioni rispetto alla proposta della Commissione), e agli aiuti ai giovani agricoltori (+50 milioni).
Parlamento e Consiglio hanno tempo fino al 20 novembre per appianare le divergenze. Se entro quella data non sarà possibile trovare un compromesso, allora la Commissione europea dovrà presentare una nuova proposta per le risorse da mettere nella cassa comune Ue il prossimo anno. La presidenza estone del Consiglio pur non condividendo le impostazioni del Parlamento si dice comunque disposta a portare avanti “una discussione strutturata e costruttiva”, che permetta di raggiungere ad una decisione di bilancio “ragionevole e sostenibile” per il 2018.