Bruxelles – Quando il Regno Unito sarà uscito dall’Unione europea dovrà cambiare la composizione del Parlamento Ue, nel quale non siederanno più i britannici. Per il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, la “soluzione più naturale”, è che “con meno Paesi ci siano anche meno deputati”. Parlando proprio nell’Aula di Strasburgo, dove stava riferendo sugli esiti del Vertice Ue, Tusk ha anche affrontato l’argomento che è oggetto di forte dibattito in Europa. “A febbraio ho programmato un Consiglio europeo speciale per discutere di questa materia”, ha annunciato. Il presidente ha detto di “prendere seriamente in considerazione tutte le proposte” che sono sul tavolo, ma appunto, di ritenere quella della riduzione dei deputati la più naturale “non sol dal punto di vista pragmatico, ma anche logico, ed è quello che si aspetta l’opinione pubblica”, ha sentenziato precisando però che questa scelta “in nessun modo invaliderebbe la l’idea di avere liste transnazionali”.
On composition of the EP, I suggest a simple rule: fewer countries, fewer MEPs.
— Charles Michel (@eucopresident) October 24, 2017
L’intervento di Tusk non è piaciuto ai deputati, che dovranno decidere in materia in codecisione con il Consiglio. “Faccio una affettuosa raccomandazione: il Consiglio si interessi meno di come è composto Parlamento”, perché “noi non accettiamo da questa istituzione consigli sulla composizione del Parlamento perché il Parlamento non dice al Consiglio come deve essere formato”, ha affermato nel suo intervento il capogruppo socialista, Gianni Pittella. “Per quanto riguarda la formazione del Parlamento, decide il Parlamento, non il Consiglio”, gli ha fatto eco il liberale Guy Verhofstadt secondo cui il Consiglio deve semplicemente “avallare la proposta che farà la maggioranza dell’Aula e che includerà una riduzione del numero deputati”. Verhofstadt ha anche invitato a non “riaprire il discorso sullo ‘spitzenkandidaten’”, il candidato unico dei partiti europei alla carica di presidente della Commissione. “Non accetteremo che si metta fine a questo successo”, ha sentenziato il liberale belga.
ha collaborato Giulia Giacobini